Svezia-Italia, Inzaghi: contropiede, velocità e Immobile

Superpippo consiglia Ventura: «All'andata sfruttiamo le ripartenze, poi a San Siro i 70mila faranno la differenza»
Svezia-Italia, Inzaghi: contropiede, velocità e Immobile© LaPresse
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ROMA - «Il Mondiale vinto in Germania? Quei ricordi sono indelebili, sono nel nostro cuore, quelle immagini le abbiamo viste tantissime volte. È stata un’emozione fantastica, vincere il Mondiale è qualcosa di straordinario, poi tornare a Roma con 2 milioni di persone al Circo Massimo: è stato tutto fantastico. Speriamo che quei ricordi siano di buon auspicio per la partita dell’Italia contro la Svezia, speriamo che gli azzurri possano andare in Russia e che poi possano fare un mondiale da protagonisti perché è davvero una competizione fantastica». Così Filippo Inzaghi, attuale tecnico del Venezia, ricorda l'entusiasmante avventura azzurra del 2006 culminata col trionfo di Berlino. 

VENTURA, RIPARTI CON IMMOBILE - «Buffon in campo come nel 2006? Sì c’è lui, c’è De Rossi e Barzagli che c’erano anche in Germania. Sulla carta l’Italia è più forte però la Svezia ha poco da perdere e in queste partite si possono correre dei rischi. L’Italia però difficilmente sbaglia questi match, al ritorno poi giocheremo a San Siro davanti a 70mila persone e penso che lì il pubblico potrà fare la differenza. Mi auguro che l’Italia si qualifichi, poi penso che i giovani di questa Nazionale siano in rampa di lancio e potranno arrivare al Mondiale ancora più maturi e più pronti. Un consiglio per gli attaccanti di Ventura? Nella prima partita in Svezia la squadra potrà sfruttare la velocità dei nostri attaccanti. Immobile è il miglior attaccante italiano in questo momento e magari con qualche ripartenza potremmo sfruttare le nostre doti migliori».

PIRLO? PUO' FARE TUTTO - «Il ritiro di Pirlo? Con Andrea ho giocato quasi 300 partite - continua Superpippo a Mediaset Premium - Quando smette un giocatore così importante dispiace sempre però l’augurio più bello che posso fargli è dire che la vita non finisce quando si smette di giocare. Magari all’inizio si è un po’ tristi ma poi ci sono tante cose da fare. Non so cosa farà nel calcio ma conosco Andrea, è una persona intelligente e potrà fare sia l’allenatore sia il dirigente. Che stia tranquillo perché se ho smesso io che amavo così tanto il mio lavoro e mi diverto moltissimo a fare quello che faccio adesso, lo potrà fare anche lui perché ha grande voglia di fare: non avrà problemi». 


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