Moviola Serie A: Astori, la palla è dentro. Juve, rigore su Chiellini

La palla colpita dal difensore della Roma supera completamente la linea di porta: rete giustamente convalidata. Emanuelson, l'intervento era da rigore. Inter, gomitata di Juan Jesus a Chiellini: era penalty per i bianconeri
Moviola Serie A: Astori, la palla è dentro. Juve, rigore su Chiellini
Edmondo Pinna
11 min
GUIDA (UDINESE-ROMA 0-1)
Astori, è gol. Emanuelson, intervento da rigore
L’attimo fuggente è un battito d’ali che è difficile da cogliere per l’occhio dell’essere umano. La responsabilità, quel senso di garanzia che bisogna dare quando si occupano ruoli di comando, come quando si fa gli arbitri, o ce l’hai o non ce l’hai. L’attimo fuggente è tutto nel colpo di testa di Astori, con il pallone sulla traversa, poi per terra, oltre la linea di porta, poi ancora su e fuori, tutto in una manciata di decimi di secondo. Che sono bastati all’additional Fabio Maresca, can B della sezione di Napoli trapiantato per due volte in serie A come arbitro centrale (una l’anno scorso, Lazio- Bologna 1-0; l’altra quest’anno, Palermo-Sassuolo 2-1) a fargli dire, in poco tempo, se fosse gol o non gol, «per me no» come ha risposto ad Astori; eppure, nello stesso lasso di tempo, il direttore di gara centrale, l’internazionale (mai all’altezza, in senso generale) Marco Guida, sezione di Torre Annunziata, sessantasei partite dirette in serie A compresa quella di ieri, aveva già assegnato il gol, aveva visto lui, la responsabilità se la prendeva tutta sulle sue spalle, tanto a cose del genere c’era abituato. Lo aveva già fatto, una volta, a gennaio del 2013, e gli era andata bene. Un attimo, che cambia il senso della Storia. L’episo dio . Minuto numero diciassette, punizione di Totti, Astori salta di testa, anticipa tutti e mette il pallone sotto la traversa. Lo stesso pallone finisce giù, picchia per terra, torna su e diventa preda di Karnezis. L’attimo fuggente e tutto qui, in questo secondo che sembra eterno. Appunto, gol o non gol? Immagini, replay, prospettive. Tutto porta un piccolo contributo, anche quella che dovrebbe essere risolutiva e invece mostra, o mostrerebbe - fra l’altro - una linea di fondo più stretta rispetto alla larghezza del palo (ma che roba è, questa?), complice forse anche un’ombra che falsa la percezione. Appunto, per quanto ci si sforzi, sembra tutto falsato. Ma non può essere che da un’immagine ci sia prato verde fra linea e pallone, dall’altra no, da un’altra ancora di meno? La soluzione - e la serie A la introdurrà - nelle intenzioni - la prossima stagione, buona terza fra i grandi campionati, dopo Premier e Bundesliga, è la tecnologia, che per le cose certe (come questa) non solo aiuta, ma diventa indispensabile. Anche perché non regge il “paravento” della valutazione. Se il pallone è dentro (come a Udine) o no, è questione che non è interpretabile. Il prece dente. Marco Guida, che pure zoppica parecchio, non solo in questa stagione, aveva già sovvertito una decisione diversa del proprio arbitro d’area. Era successo nel gennaio del 2013, guardacaso di mezzo la Juventus, che allo Stadium giocava contro il Genoa, con l’additional che era Andrea Romeo di Verona, guardacaso ieri sera di nuovo allo Stadium, visto che divenuto, nel frattempo, team manager dell’Inter. Ebbene, un tocco di mano (il braccio era il destro) di Granqvist su uno spiovente al centro dell’area diventò il caso dell’anno, con la Juventus (e l’allenatore di allora, Antonio Conte) che chiedeva il rigore con tutti i bianconeri, con Romeo che in qualche maniera l’aveva vista così e con Guida che assegnò l’angolo. Il designatore Braschi, nel successivo incontro con tecnici e capitani a Milano, spiegò che la decisione presa, sia pure molto difficile, era corretta. Aggettivi che si addicono anche all’episodio di ieri. L’errore. In attesa di scoprire cosa dirà (ma lo dirà?) Messina, attuale guida degli arbitri di vertice, Guida ha comunque commesso diversi errori. Ad esempio, è difficile dare una spiegazione logica al perché non abbia ammonito (almeno) Pasquale, che ha steso senza troppi complimenti Ljaijc al 35’ della ripresa. E poi, cinque minuti dopo, come non abbia visto l’intervento falloso di Emanuelson ai danni di Kone in area giallorossa. Forse sarà stato tratto in inganno dall’incrocio dei piedi, di sicuro magari stavolta l’additional Maresca - sempre dalla sua parte gli episodi controversi - avrà evitato di dire la sua, per non rischiare di essere sconfessato nuovamente. Ma il pallone viene toccato solo da Kone con la suola dello scarpino destro, anticipando (anche molto furbescamente, il bianconero trascina un po’ pure il piede sinistro) l’intervento dell’avversario che è comunque scomposto. E da rigore.

BANTI (JUVENTUS-INTER 1-1)
Gomito di Juan Jesus, rigore su Chiellini
Non è cristallina la partita di Luca Banti, internazionale dal 2009, primo livornese a dirigere questa partita dai tempi di Ceccarini e le polemiche per il contatto Iuliano-Ronaldo. No, evidentemente non porta fortuna l’estrazione labronica per questa sfida. Perché ieri di contatto ce ne è stato un altro, non visto, né da Banti, né dall’additional Gervasoni (e non serve aggiungere altro...). Manca un rigore per il gomito largo su Chiellini (vedremo se sarà oggetto di prova tv), non c’è il giallo per simulazione per Morata (diciamo pure dovesse essere punizione dal limite per la Juventus), c’è pure un abbraccio fra Chiellini e Ranocchia molto rischioso. L’arbitro livornese ha anche valutato bene il contatto Juan Jesus-Llorente (a) e il rosso diretto per Kovacic. Primo tempo. Tevez pescato in off side: c’è. Ancora l’Apache, giudicato in gioco, decisione ok, una serata perfetta per l’assistente Dobosz. Angolo per la Juve, al centro dell’area Juan Jesus “sente” l’arrivo di Chiellini e allarga il gomito sinistro, sul quale arriva Chiellini. Un brutto gesto (anche perché volontario), sul campo ci stava il calcio di rigore e il rosso per Juan Jesus, oggi il giudice sportivo Tosel capirà se dalla Procura federale arriveranno richieste di prove tv. Secondo tempo. Contatto Juan Jesus-Llorente (i due si tengono): lo spagnolo, in ìdue occasioni, pesta i piedi all’avversario, involontariamente ma tanto basta per fargli perdere l’equilibrio, soprattutto il secondo, giusto non fare a. Ammonito Morata per simulazione, ma Campagnaro lo tocca sulla caviglia sinistra, siamo appena fiori dall’area, era punizione dal limite. Brutto intervento di Kovacic su Lichtsteiner: ok il rosso. Evra protesta e vuole un angolo, mentre Banti ha concesso solo la rimessa dal fondo: ha ragione, l’ultimo tocco era di D’Ambrosio. 

MASSA (CESENA-NAPOLI 1-4) 
Capelli, mano da rigore 
Il risultato nasconde un errore abbastanza netto dell’arbitro Massa: manca infatti un rigore al Napoli sullo 0-1. Colpo di testa di Britos, pallone sulla faccia di Capelli, sul gomito (attaccato al corpo) del napoletano, poi a metà strada fra lo stesso Capelli e Henrique, il difensore del Cesena, forse per paura, tocca con un colpo rapido con la mano destra e poi immediatamente protesta chiedendo l’infrazione dell’avversario.

ABISSO
 (CHIEVO-TORINO 0-0)
Esordio ok per il baby Abisso
Gara abbastanza facile per il giovanissimo (29 anni) Rosario Abisso, sezione di Palermo, primo anno alla Can B (11 gare dirette fino ad oggi), al suo esordio nella massima serie.

GIACOMELLI (EMPOLI-VERONA 0-0)
Tonelli, il gol era buono
Altra pessima gara per Giacomelli. Ana il gol di Tonelli inventando un fallo di Maccarone su Hallfredsson, ma è l’islandese che cerca l’appoggio (non trovandolo) sull’avversario. Ci può stare il secondo giallo per Tonelli, è invece molto forzato il secondo giallo di Hallfredsson su Hysaj (non tocca mai l’avversario).

IRRATI (GENOA-ATALANTA 2-2)
Manca il rosso a Benalouane
Buona gara per Irrati. E’ rigore il secondo intervento (il primo è sul pallone) di Benalouane su Matri, dentro l’area. Il pallone però resta nella disponibilità dell’attaccante, solo davanti a Sportiello, era rosso per chiara occasione da gol. Contatto Benalouane-Antonelli, non c’è penalty: ok, prima il pallone.

DI BELLO (MILAN-SASSUOLO 1-2)
Cannavaro, mani involontario
Detto che l’ammonizione per Alex (discutibile) favorisce il... Milan (Sansone è in ripartenza verso la porta), è involontario il tocco di Cannavaro sulla spizzata di testa di De Jong, visto che il pallone, prima del braccio, colpisce il petto del difensore. Più sospetto il secondo, sul rinvio di Peluso, Sansone colpisce con il braccio sinistro in maniera netta, anche se il movimento sembra nella dinamica dell’azione. Fra l’altro l’azione nasce con un probabile fallo di mano di Cerci.

PERUZZO (PALERMO-CAGLIARI 5-0)
Badu, manca il secondo giallo
Diversi errori per Peruzzo in una partita davvero mai complicata. E se sul gol del 2-0 realizzato da Muñoz non gli dà una mano l’assistente numero uno Carilolato (Muñoz sul cross è oltre Avelar), il resto è tutta farina del suo sacco, nel bene e nel male. Episodio dubbio al 14’: nelle trattenute reciproche fra Rossettini e Gonzalez, il primo riesce a prendere il tempo all’avversario, che da dietro lo spinge. Giusto il secondo giallo per Conti (trattenuta a Vazquez che gli aveva rubato il pallone). Manca un rigore al Palermo: Longo va a caccia del pallone, trova solo le gambe dell’avversario che è Dybala. Peruzzo il rigore lo assegna due minuti dopo, l’uscita di Colombi è scomposta, va di pugno (di gioco, giusto il giallo) a caccia del pallone, trova solo il viso di Dybala.

DAMATO (PARMA-FIORENTINA 1-0)
Savic era da rosso diretto
Contorta la partita per Damato, si perde per strada almeno due rigori, su quello dato lascia che il portiere avanzi per oltre un metro prima del tiro, punisce una gomitata con il giallo (che poi sia il secondo ed il risultato sia l’epulsione non può essere una scusante). Primo episodio: Cassani si vede superato da Marcos Alonso e gli va addosso senza mezzi termini, il viola colpisce di testa ma in precario equilibrio, siamo davvero al limite. Giusto il rigore dato alla Fiorentina (De Ceglie allarga il braccio destro su Cuadrado e poi lo colpisce in caduta sulla gamba sinistra), ma andava ripetuto visto che Mirante avanza per un metro e mezzo (cosa non consentita) prima di parare il tiro di Mario Gomez. Altro episodio, Gomez sposta il pallone e Paletta da dietro lo colpisce, poteva starci il penalty. Lo era anche l’intervento di Mauri su Marcos Alonso, il gialloblù non tocca mai il pallone. Giusto il secondo giallo per Gonzalo Rodrioguez, la gomitata di Savic (già ammonito) a Cassano (che è il primo a fare fallo e prende il giallo) è da rosso diretto e non da doppia ammonizione, un internazionale non può commettere un errore simile.


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