JUVENTUS-GENOA
Incerto Maresca, sia da un punto di vista tecnico (ma il VAR Mariani non lo aiuta), sia da un punto di vista disciplinare. La riflessione da fare, però, al di là degli episodi specifici, è che gli arbitri italiani sono andati completamente nel pallone con il VAR. Che senso ha chiamarlo in un episodio assolutamente non chiaro pure rivendendo mille volte i replay?
PASTICCIO - Allora: Asamoah corre quasi parallelamente a Pellegri, passandogli vicino c’è un unico contatto, fra sterno e spalla sinistra, col braccio sinistro. La caduta di Pellegri induce a pensare che sia poco rigore, però Maresca lo assegna, praticamente subito. Non sembrano esserci dubbi, tanto che Rossi è già sul dischetto quando l’arbitro di Napoli corre a rivedere le immagini. Dietrofront, non è penalty, si riprende con una rimessa da parte dell’arbitro. Probabilmente la decisione più giusta. Però. Che sia un contatto interpretabile, in un senso e nell’altro, lo dimostra il pasticcio che c’è stato sul campo. Non c’è «clear mistake», chiaro errore, e non ci sarebbe stato anche fosse stata presa la decisione contraria. Che senso ha chiamare il VAR?
ERRORE - Maresca un errore lo commette di suo, quando ammonisce prima Bentancur, poi Lichtsteiner, che protesta. L’intervento del bianconero su Centurion è di deciso, ma prende sempre e solo il pallone. Discutibile la punizione, inesistente l’ammonizione.
NO RIGORE - Solo per chiarire (in campo nessuna protesta): il colpo di testa all’indietro di Brlek finisce sì sul braccio sinistro di Laxalt, che però è aderente al corpo, nessun dubbio.
IN FACCIA - La curiosità: due delle ammonizioni per il Genoa (Galabinov e Pellegri) arrivano perché i giocatori rossoblù colpiscono al volto Rugani e Sturaro.
Andiamo a vedere la moviola di Roma-Torino...