Da un punto di vista regolamentare, l’azione che ha segnato Lazio-Inter - quella della rete del 2-1 - è perfettamente regolare e onestamente poco, nello specifico, si può imputare all’internazionale Irrati (voto 6). L’arbitro di Pistoia dirige bene, forse nell’occasione della rissa non dimostra la stessa severità avuta poi a fine gara con Luiz Felipe, ma i due rigori ci sono entrambi. Finisce con un rosso, nove gialli e 25 falli fischiati.
Primo rigore
Hysaj su Barella, contatto con Barella che, trascinando un po’ il il piede destro, finisce a terra. Ma proprio quel contatto ha un duplice effetto: permette a Irrati di fischiare il rigore (che c’è) e al VAR (Mazzoleni) di limitarsi ad un silent check.
Secondo rigore
Colpo di testa di Patric, davanti a lui Bastoni ha il braccio sinistro lungo il fianco (anche se è in elevazione) ma il destro largo piegato dal gomito in avanti, dove finisce il pallone. Rigore corretto.
La rissa
Contatto fra Leiva e Dimarco sul quale Irrati, prima di valutarne la fallosità, assegna il vantaggio, visto che il pallone va a Lautaro che gioca due/tre volte il pallone e poi tira verso Reina. Dimarco resta a terra, la Lazio riparte e segna il 2-1, scatenando una colossale rissa. Irrati ha una sola colpa: non aver estratto almeno un paio di rossi. Sull’uomo a terra, però, ha applicato il regolamento: Dimarco non resta a terra per un colpo alla testa o un infortunio grave.
Var
Mazzoleni (voto 6). Certificatore di quello che succede in campo.