Milan-Bologna, il rigore su Leao continua a far discutere: il fermo immagine è impietoso

Viso e poi spalla: sicuri sia in area?
Edmondo Pinna
2 min

Il dubbio ce l’hanno avuto anche a via Giacomo Zanella, 20, dove c’è l’International Broadcasting Center di Lissone, la seconda casa degli arbitri. E dove ha sede il VAR, una delle meraviglie che la Lega ha messo a disposizione dei direttore di gara italiani, all’avanguardia e ancora invidiato a livello mondiale. Comunque, un dubbio sull’esatta posizione del contatto fra Beukema e Leão così forte e così - secondo le immagini a disposizione - difficilmente districabile che il rigore è stato confermato non per convinzione ma per mancanza di prove. «Non c’erano certezze assolute che il fallo fosse stato commesso fuori», ecco perché dal VAR hanno dato l’ok al San Siro. Insomma, un rigore per difetto.

Tutti i dubbi sul rigore dato a Leao in un fermo immagine

Perché che la manata di Beukema fosse fallosa non ci sono mai stati dubbi: le mani in faccia portano alla punizione (o al rigore, come in questo caso) quasi automaticamente (ricordiamo la rete annullata per la manata di Kean a Faraoni in Juve-Verona). Qui però ci sono diversi dubbi. Perché il fallo avviene quasi certamente fuori area: la cosa certa è che il contatto punibile è solo «alto», dunque o la mano in faccia o quella sulla spalla. Entrambe, però (basta guardare le foto sopra) avvengono con le parti interessate (non guardate il resto del corpo, si punisce il punto di contatto) sempre prima della linea. Unico appiglio: la mano sulla spalla si stacca solo dentro, ma in quel caso l’azione fallosa sarebbe già esaurita. La 16 metri non è la telecamera migliore per poter fare troppe misurazioni, è una delle poche che non ha l’ultra qualità delle altri (come la slow motion), le immagini proposte alimentano dubbi e perplessità. Nel caso Massa non avesse dato rigore, Guida al VAR sarebbe rimasto in silenzio ugualmente. Forse la cosa più giusta...


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