L'Olimpico è un deserto: facciamo qualcosa

Ospiteremo sulle pagine del Corriere dello Sport-Stadio interventi illustri per cominciare un dibattito vero e costruttivo
Alessandro Vocalelli
2 min

ROMA - Cinquemila paganti per Roma-Spezia, di cui almeno duemila ospiti. Mille tifosi per Lazio-Udinese. E’ il punto più basso di un fenomeno però ormai radicato. C’era una volta lo stadio Olimpico, con le sue coreografie, il tutto esaurito, con la gente che s’informava sull’apertura dei cancelli, con quelli che entravano negli ultimi venti minuti (chi non l’ha fatto da ragazzo?) perché gli addetti ti concedevano - dopo tanta attesa e tanta trepidazione - di passare il varco. E chi era dentro vedeva quell’improvviso muoversi in curva, in tribuna, per guadagnarsi un posto e accompagnare la squadra alla fine della partita. C’era addirittura, ed erano tanti, chi per vedere la partita si sistemava sulla montagnola che sormontava lo stadio. Senza coperture, qualcosa si vedeva e qualcosa si intuiva. Ma era bello soprattutto esserci, partecipare.

Tutto questo è sparito. All’Olimpico non va più nessuno. Per la protesta legata alle divisioni in curva. Mentre in tutto il mondo gli impianti vengono aperti, la gente assiste alle gare da bordo campo, a Roma aumentano gli ostacoli e le barriere. Ma il calo degli spettatori è legato anche ad altri fattori. Squadre che non fanno innamorare, società distanti dalle esigenze del pubblico, caro prezzi. Lo stadio Olimpico è oggi un deserto, una replica di quello che c’era fino a qualche tempo fa. E allora è arrivato il momento di affrontare la questione. 

Da oggi apriamo ufficialmente il Problema. Lo faremo chiamando ognuno alle proprie responsabilità, promuovendo alla fine di questo giro d’orizzonte un grande incontro nella sede centrale del Corriere dello Sport. Inviteremo tutti: dalle Istituzioni della città ad alcuni rappresentanti dei tifosi, dalle istituzioni sportive ai presidenti e ai dirigenti delle due società, con il contributo di osservatori qualificati. Diremo anche chi, invitato, ci dirà che non è disponibile. Perché è arrivato il momento, come dicevamo, delle assunzioni di responsabilità. E nessuno si può più permettere di far finta di nulla.

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