Jacobelli: Sarri ha ragione, Arbitri italiani? Non sono i migliori

Sarà un caso, ma spazzati via Blatter e Platini, l’International Board ha clamorosamente aperto alla moviola in campo, che Nicchi ha definito: “La fine del calcio”. E quando il tecnico del Napoli afferma come gli arbitri italiani non siano i migliori del mondo, dice una sacrosanta verità
Napoli-Torino, doppia espulsione: Sarri e Ventura fuori dal campo 
Xavier Jacobelli
4 min

ROMA - Sarà un caso. Anzi, no. Non è un caso. Non appena Blatter e Platini sono stati spazzati via, l’International Board, cioè il consesso di scienziati, diretta emanazione della Fifa, che pontifica sulle regole del calcio, ha clamorosamente cambiato idea sulla moviola in campo, auspicandone, chiedendone, addirittura perorandone l’introduzione planetaria. Naturalmente, dopo un "adeguato periodo di sperimentazione”, come se non fossero bastati decenni di soperchierie e nefandezze arbitrali a ogni latitudine per capire che, quanto prima si introduce la tecnologia a trecentosessanta gradi, senza se e senza ma, tanto prima il calcio sarà più giusto e trasparente. Dopo il successo della goal line technology, verrebbe da dire: meglio tardi che mai. Ma sarebbe troppo comodo per Blatter, per Platini e per tutti quelli che in questi anni si sono drasticamente opposti alla moviola in campo, definendola addirittura un attentato alla sacralità del calcio.

NICCHI - Il discorso vale anche per la casta arbitrale italiana: come dimenticare ciò che disse il signor Marcello Nicchi, presidente dell’associazione di categoria, lunedì 10 febbraio 2014, ai microfoni di Radiorai, trasmissione Radio anch’io lo sport: ""Sulla moviola, io ho un'idea molto chiara: se domani dovesse arrivare la moviola in campo, allora potremmo cominciare a dire che questo sport è finito. Il compito nostro è di far rispettare le regole ma, sull'introduzione dei sistemi elettronici in campo, mi sorgono non pochi quesiti”. E ancora: “ Se si interrompe il gioco, in che modo si recupera? E poi, in ogni caso, le immagini tv non sempre sciolgono i dubbi, o chiariscono gli equivoci. La decisione finale sull'episodio a chi compete? All'arbitro? Oppure a chi manovra il congegno? In quali casi interverrà la moviola? Quando si fermerà il gioco? Quando l'arbitro lo ritiene necessario o quando il pallone va fuori? E chi è il proprietario dell'emittente che riprenderà la partita? E se, su un contropiede, arriva il gol? Annulliamo tutto e torniamo indietro? Il calcio non è di proprietà di nessuno e, se lo vogliamo cambiare, cambiamogli nome, dicendo ai tifosi che andranno a vedere una partita elettronica, che si può tranquillamente seguire anche da casa".

CON SARRI - A parte il fatto che, se il calcio non è di proprietà di nessuno, tantomeno lo è di Nicchi. A parte il fatto che, avendoci spaccato i timpani con la solfa che gli arbitri debbano attenersi alle regole, se le regole cambiano, delle due l’una: o gli arbitri si adeguano o se ne tornano a casa. A parte tutto questo, vorremmo dire a Nicchi, all’alba del 2016, che ha cento volte ragione Sarri quando afferma come non sia vero il luogo comune secondo il quale gli arbitri italiani siano i migliori del mondo. Qualcuno, come Collina, lo è stato, salvo combinare successivamente più danni della grandine in veste di designatore italiano e poi Uefa (anche di questo dobbiamo essere grati a Platini). Ma, ciò che Nicchi e sodali si devono ficcare in testa è che gli arbitri non sono, non devono e non possono mai essere i protagonisti del calcio. Che quando sbagliano, devono cominciare ad ammettere i loro errori. Che la devono piantare con l’arroganza di chi si crede il padrone del gioco. La moviola in campo cambierà molte cose. Nella speranza che i primi a saltare siano i giudici di porta. Totalmente inutili.


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