ROMA - Un’immagine fotografa meglio di qualunque altra la differenza che c’è in questo momento fra l’implacabile Juve che nelle prime 9 gare di campionato del 2016 ha concesso 6 tiri in porta agli avversari, che non prende gol da 8 partite (il primato del 1972 è a un passo) e questa moscia Inter, liquidata allo Stadium al termine di un’altra prova sconclusionata. È l’urlo di Bonucci dopo il suo splendido gol, cui fa da contraltare la smorfia di Icardi dopo l’ennesimo pallone non ricevuto. E ancora: l’esultanza di Buffon che ha portato a 746’ il suo nuovo record di imbattibilità e, a 38 anni compiuti un mese fa, dimostra quanto sia possibile per lui arrivare sino al mondiale 2018 sognando di fare come Zoff nell’82.
BONUCCI, CHE CARICA - La carica di Bonucci schiaccia la mollezza di un’Inter abulica e piccola piccola, irriconoscibile rispetto alla squadra che, nel girone d’andata, per alcuni tratti aveva comandato il campionato e ora, invece, è rotolata a cinque punti dal terzo posto, quando mancano 11 partite alla fine. Eppure, soltanto 96 ore prima di affrontare i nerazzurri, allo Stadium i campioni d’Italia aveva profuso sforzi immani per riagguantare il Bayern, rimandando per due volte una delle squadre più forti del mondo. Eppure, Chiellini si è fatto male di nuovo.
SPROFONDO INTER - Al contrario, i nerazzurri si erano potuti allenare alla Pinetina per tutta la settimana. Mancini ha scelto di opporre il suo 3-5-2 al 3-5-2 di Allegri, presentando l’ennesima formazione diversa e lasciando addirittura in panchina per 85’ Eder, ancora senza gol e sempre più pesce fuor d’acqua in una squadra che ha Icardi, ma non gli passa un pallone giocabile.
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