Roma, ora basta con gli attacchi a Totti

Indipendentemente da ciò che è successo negli spogliatoi, è spiazzante sentire dire al tecnico che neppure stavolta è merito del capitano e leggenda giallorossa
Alessandro Vocalelli
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ROMA - Ne sono successe tante in questa domenica di campionato. La prima cosa che ci viene da scrivere e da dire è: forza Marchisio! Sì, perché è intenso e condiviso il dolore per un infortunio che va a colpire uno dei giocatori più bravi, più seri, più amati, trasversalmente riconosciuto per la sua professionalità. Benissimo hanno fatto i compagni a dedicargli questo ennesimo trionfo che si avvicina: il quinto e meritatissimo scudetto. La Juve è strepitosa: un gruppo saldo e formidabile da Buffon a Padoin, che segna il quarto gol con il Palermo e viene sommerso dagli abbracci. Complimenti sinceri a chi ha saputo costruire tutto questo, da Agnelli a Marotta, con un applauso speciale ad Allegri che ha avviato un nuovo ciclo senza la minima ripercussione. Da Pogba a Dybala, da Rugani a quelli in arrivo - Berardi in prima fila - i Campioni sono già nel futuro.

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Gli altri sono invece qui a giocarsi il loro presente, con la corsa alla Champions e all’Europa League che promette ancora emozioni. Il Napoli ha mantenuto quasi intatte le sue possibilità, con il mezzo passo falso della Roma, che merita un discorso a parte. Fatto sta l’Inter continua a crederci, mentre il Milan del nuovo arrivato Brocchi ha vinto a Marassi, reagendo felicemente alla pressione della Lazio. In tribuna all’Olimpico c’era anche uno dei tre tecnici stipendiati da Berlusconi e Galliani (difficile sapere dove fossero Mihajlovic e Seedorf) per fare appunto da spettatore: Filippo Inzaghi. Suo fratello Simone non ha deluso le attese, centrando la seconda vittoria consecutiva.

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Dicevamo che merita un discorso a parte la Roma, con il suo concitato finale. Com’era già successo col Bologna, è stato Totti - ultima carta giocata da Spalletti - a salvare il risultato. Indipendentemente da ciò che è successo negli spogliatoi, è spiazzante (o addirittura scioccante) sentire dire al tecnico che neppure stavolta è merito del capitano e leggenda giallorossa. Dopo averlo messo in condizione di lasciare Trigoria, tra sorrisi che viravano in smorfie di disappunto, Spalletti che sicuramente è un ottimo allenatore, non ha però mai perso occasione per tirare velenosamente in ballo il capitano. Che, purtroppo per i suoi pochi detrattori, ha fatto silenzio e risposto con i fatti. Ci sono bandiere che non si possono ammainare, perché accendono i tifosi salutando dalla tribuna o appena vengono spediti in campo. Bandiere che, soprattutto, non sfruttano mai il vento: per questo hanno e avranno sempre un posto nel cuore della gente.

 


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