Dal Barcellona a Pescara: la mentalità fa la differenza

E così la Juve ha compiuto un altro passo, importantissimo, verso il sesto scudetto consecutivo
Dal Barcellona a Pescara: la mentalità fa la differenza© ANSA
Alessandro Vocalelli
3 min

E così la Juve ha compiuto un altro passo, importantissimo, verso il sesto scudetto consecutivo. Alle mille qualità, si aggiunge una straordinaria mentalità vincente che consiglia ad Allegri di mettere in campo a Pescara - esattamente come fosse il Barcellona le sue cinque stelle: da Higuain a Dybala, da Pjanic a Mandzukic e Cuadrado. Un messaggio chiaro alla squadra, ma che dovrebbe essere recepito anche da tutti quelli che cercano alibi nei troppi impegni.

Di sicuro non è stato il caso di Inter e Milan, aggrappati a un derby talmente scintillante nei numeri - spettatori e telespettatori - da ingigantire di riflesso lo scarso obiettivo per cui si è giocato: un posticino in Europa League. In fondo per le due proprietà cinesi è facile capire qual è l’obiettivo: semplicemente cercare di emulare Berlusconi e Moratti. Intanto, come dicevamo, la Roma è scivolata a otto punti dalla Juve e deve adesso guardarsi dal ritorno del Napoli, che ha travolto l’Udinese e di cui si vede sempre la mano sapiente di Sarri. Un marchio di fabbrica. In casa giallorossa - come ha detto giustamente Spalletti - non è ancora tempo di bilanci. Colpisce però il modo con cui viene ormai impiegato Totti. Che, intendiamoci, non ha il diritto di chiedere un posto da titolare e né di chiedere un impiego più ampio, ma ha sicuramente il diritto di essere rispettato, evitandogli magari quei trequattro-cinque minuti a cui è ormai abbonato. È successo a Bologna, nei due derby che hanno sancito l’eliminazione in Coppa Italia, è successo col Lione. E visto che non lo fa lui, lo diciamo noi: ma se si pensava che stavolta potesse far qualcosa di buono, non era meglio farlo entrare, assieme a El Shaarawy, a un quarto d’ora dalla fine? Pensare che la situazione, così malinconica, si è addirittura acuita da quando Spalletti - all’epoca ancora orgogliosamente in corsa su tre fronti - disse che avrebbe firmato solo se fosse rimasto Totti. Anche su quello, forse, la società si sarebbe potuta esprimere, ricordando cosa è Totti per la storia della Roma. Per il resto la giornata è stata caratterizzata da una raffica di errori arbitrali, che hanno in particolare penalizzato la Lazio, a cui mancano due rigori: legittime le proteste di Inzaghi. Ma non è andata meglio da altre parti, come a Firenze. Certe sviste clamorose, in periodi come questi, rischiano di essere decisive. Vero, Nicchi?


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