ROMA - Le romane rispondono a Spalletti e tornano a +1 sull'Inter, vincitrice sul Cagliari nell'anticipo ma ora di nuovo quinta dietro alla Roma che all'Olimpico - forse con la testa già all'andata della semifinale di Champions League in programma martedì a Liverpool - regola per 2-1 il Genoa con qualche affanno nel finale. E appaiata ai giallorossi resta la Lazio di Simone Inzaghi, che vive la sua ennesima serata di polemica con il Var e va a vincere in rimonta per 4-3 sul campo della Fiorentina al termine di una gara "pazza" ma ricca di emozioni.
ROMA-GENOA 2-1 - Dopo l'impresa contro il Barcellona e le fatiche del derby Di Francesco - privo degli infortunati Perotti e Defrel - rimette in soffitta il nuovo 3-5-2 per tornare al 4-3-3 ma con diverse novità di formazione: in difesa turno di riposo Manolas con Juan Jesus vicino a Fazio, mentre in regia c'è Gonalons affiancatao da Gerson e Lorenzo Pellegrini e in attacco sono El Shaarawy e Ünder ad agire ai lati di Dzeko. Abbottonatissimo il 3-5-1 con cui risponde Ballardini, privo di Biraschi, Izzo, Spolli e Taarabt: tra i titolari l’esterno Rosi e il regista Bertolacci, ex giallorossi, ma anche l’ex laziale Pandev a sostegno del centravanti Lapadula. I liguri provano ad aggredire fin da subito la Roma che però sblocca la gara già al 17': Spiovente in mezzo di Kolarov da calcio da fermo, Ünder sbuca tra le linee e da pochi metri insacca sfruttando quello che diventa il settimo assist stagionale del terzino serbo. Dopo la rete i padroni di casa gestiscono senza affanni il vantaggio e non ci sono altre emozioni fino al riposo. Dopo l'intervallo si riprende senza cambie e - come nella prima frazione - la Roma passa presto: stavolta a darle una mano è Zukanovic, altro ex della partita, che su corner calciato da Kolarov beffa di testa il suo portiere Perin. Sotto di due reti Ballardini decide che è or adi cambiare: dentro Medeiros per Hiljemark e Giuseppe Rossi per Migliore. Scelte che premiano perché al 61’ i liguri riaprono il match: palla persa da Gerson, Pandev lancia Lapadula che vede l’uscita di Alisson e lo supera con un morbido lob. Due minuti dopo terzo e ultimo cambio per i liguri, con Cofie che rileva Pandev mentre Di Francesco risponde inserendo Manolas al posto di Gerson per tornare alla difesa a tre (70') e poi mandando in campo Schick al posto di Ünder (77') e infine Strootman per El Shaarawy (82') dopo il pericolosissimo contropiede ligure sprecato da Medeiros che calcia debolmente davanti a Alisson. Alla Roma serviebbe il terzo gol per non rischiare e ci va vicino prima Florenzi, che all'84' si vede negare il gol da un Perin nell'occasione anche fortunato, e poi Dzeko che nel recupero manca il tap-in su tiro respinto ancora di Florenzi. L'ultimo brivido è un corner per il Genoa ma la difesa giallorossa tiene: finisce 2-1 e Di Francesco torna a +1 sull'Inter di Spalletti.
Fiorentina-Lazio 3-4: il tabellino
FIORENTINA-LAZIO 3-4 - Rispetto al derby Simone Inzaghi cambia qualcosa nel suo 3-5-1-1 inserendo Caceres in difesa al posto dello squalificato Radu, Lukaku a sinistra al posto di Lulic e preferendo Luis Alberto a Felipe Anderson per fare da spalla a Immobile che stringe i denti e scende in campo nonostante un problema al collo del piede mentre prima del match dà forfait Parolo che viene sostituito da Murgia. Sull'altro fronte l'ex biancoceleste Pioli - che in infermeria ha Thereau e Badelj - replica con un 4-3-3 in cui Simeone è il centravanti. Strada subito in discesa per i biancocelesti, perché al 7' la Fiorentina resta in dieci: Sportiello non si capisce con Pezzella, ne approfitta Immobile il cui tiro viene però fermato di mano fuori area del portiere gigliato che si becca così il rosso diretto costringendo il tecnico a richiamare in panchina Eysseric per mandare tra i pali Dragowski. La prima grande chance capita però comunque ai gigliati (all'11' Chiesa spreca un assist di Veretout calciando alto) che al 14' ritrovano la parità numerica: Chiesa e Murgia si incrociano sulla corsa finendo entrambi a terra ma per Damato il fallo è del centrocampista laziale che, considerato ultimo uomo, viene così espulso.