Serie A, Juventus-Verona 2-1: gol di Rugani, Pjanic e Cerci nel Buffon-day

La squadra di Allegri, campione d'Italia per la settima volta di fila, chiude il campionato vincendo allo Stadium l'ultima partita con il capitano tra i pali
Serie A, Juventus-Verona 2-1: gol di Rugani, Pjanic e Cerci nel Buffon-day© Getty Images
Giuliano De Matteis
6 min

TORINO - Una doppia festa condita dalle lacrime all'Allianz Stadium. Lacrime di gioia per il settimo scudetto consecutivo che proietta la Juventus ancor di più nella leggenda. Lacrime per Gigi Buffon, il capitano di mille battaglie che ha annunciato il suo addio ai bianconeri. Bandiere, striscioni e cori per il portierone che si è lasciato travolgere dall'amore del suo popolo prima di accomodarsi tra i pali bianconeri per l'ultima volta e in attesa di guardarsi dentro per capire se restare da dirigente o tentare un altro assalto alla Champions League, magari con la maglia di un Psg pronto a fargli ponti d'oro per portarlo all'ombra della Tour Eiffel. E in mezzo a tutto questo - come una piccola nota a margine - c'è stata anche la partita con il già retrocesso Verona, capace di resistere un tempo prima di inchinarsi alla regina più longeva della Serie A.

 

Juventus-Hellas Verona 2-1: il tabellino

 

IL PRIMO TEMPO - Allegri, ormai deciso a declinare le offerte dell'Arsenal per restare alla guida dei campioni d'Italia, sceglie una sorta di 4-2-3-1 e dà spazio a Lichtsteiner e Rugani nella difesa completata da Barzagli e Alex Sandro, con Sturaro e Matuidi ai lati del rispolverato Marchisio mentre Dybala e Douglas Costa sono liberi di svariare dietro al centravanti Mandzukic. E Higuain? Relegato ancora in panchina e con il muso lungo come nella finale di Coppa Italia vinta contro il Milan, mentre le vodi di mercato lo danno in orbita Psg proprio come Super Gigi.

Tante assenze nell'Hellas di Pecchia, che schiera un 4-4-2 con Matos e l'ex torinista Cerci di punta. Senza pressioni gli scaligeri sembrano almeno inizialmente tener testa alla corazzata bianconera, ma con il passare dei minuti il superiore tasso tecnico dei padroni di casa prende il sopravvento e Nicolas deve superarsi alla mezz'ora su un magnifico destro al volo di Mandzukic. E dove non arriva il portiere è la traversa a salvare il Verona, come al 41' quando su un geniale pallonetto incrociato di Dybala il pallone sbatte sul montante per rimbalzare in area, dove Sturaro cerca il tap-in di testa ma si fa male nel contrasto con Fares ed è costretto a lasciare spazio a Bentancur.

 

Juventus-Hellas Verona 2-1: numeri e statistiche del match

 

LA RIPRESA - Si va al riposo sullo 0-0 e al rientro in campo tutti gli occhi sono di nuovo su Buffon, che emozionato ringrazia e saluta il pubblico. I compagni nel frattempo si portano in avanti e al 50' trovano il gol: azione da corner e palla in mezzo per Douglas Costa, il tiro del brasiliano è respinto da Nicolas ma la palla rotola sui piedi di Rugani che a porta vuota non deve far altro che appoggiarla in rete. Passano appena due minuti e arriva anche il raddoppio, stavolta a firma di Pjanic che sfodera una perla su punizione calciata a giro con il destro: la "specialità della casa". Nemmeno il 2-0 distoglie però l'attenzione dello Stadium, che è tutta per il numero uno, e una partita di fine stagione tuttaltro che indimenticabile entra di diritto nella storia al 63', quando si alza il tabellone del team manager bianconero: dentro Pinsoglio e fuori Buffon, che prima di uscire abbraccia uno a uno i suoi compagni e va in panchina a godersi l'ovazione di tutto lo Stadium.

Poco dopo lo raggiunge Douglas Costa (dentro Higuain al 66'), che non è un simbolo come il capitano ma si è preso un ruolo da indiscusso protagonista in una stagione esaltante che ne ha fatto l'idolo dei tifosi. Al 76' si prende però la scena Cerci,  che su cross di Romulo accorcia le distanze e "rovina" il debutto in A del 28enne terzino bianconero negando alla Juve il record di 23 'clean sheet' stagionali. Nel finale gloria anche per Nicolas che nega la gioia del gol ad altri due eroi dei sette tricolori: prima a Marchisio (ora capitano con la speciale fascia passatagli da Buffon che la teneva nei calzettoni), poi a Lichtsteiner che si fa parare un rigore assegnato per un tocco con la mano di Bearzotti prima di uscire nel secondo dei tre minuti di recupero per raccogliere a sua volta la standing ovation dello Stadium. Finisce 2-1 sotto la pioggia, una pioggia che i tifosi e la squadra sfideranno fino a tarda sera per continuare a festeggiare e a commuoversi nel centro di una Torino oggi più che mai a tinte bianconere.

 


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