L'Inter di Spalletti fa paura, è arrivata l'altra anti Juve

L'Inter di Spalletti fa paura, è arrivata l'altra anti Juve© LAPRESSE
Alberto Dalla Palma
3 min

E' finita come il 20 maggio scorso, con il trionfo dell’Inter, ma stavolta non c’è stata proprio partita. Spalletti l’ha dominata dal primo all’ultimo minuto piombando alle spalle della Juve con la prepotenza delle grandi squadre: sei vittorie consecutive, secondo posto accanto al Napoli, Icardi straripante in mezzo a una difesa che senza De Vrij ha la resistenza dell’argilla quando piove. Già, De Vrij, il grande assente della sfida dell’Olimpico, dove lo aspettavano con fischi e striscioni: ma Spalletti ieri sera ha avuto più coraggio di Inzaghi, che lo schierò nella sfida che valeva la Champions e una cinquantina di milioni di euro, e lo ha lasciato in panchina. Non voleva esporlo ai rischi emotivi di un derby mozzafiato: quello che, appunto, non fece Simone a maggio nonostante l’olandese avesse già firmato per l’Inter. Una lezione, anche questa. 
 
La squadra nerazzurra ha gestito la partita in mezzo al campo, con un Brozovic stellare, e un Vecino sempre pungente in area avversaria: l’inconsistenza di Milinkovic Savic (dopo i lampi di Marsiglia), di Badelj (altro ko) e di Parolo (stanchissimo) ha consentito all’Inter di colpire al primo affondo, naturalmente con Icardi, che ha sempre battuto nel testa a testa i centrali della Lazio. Quando Inzaghi ha perso per infortunio l’ex viola, ha sorprendentemente scelto Cataldi e non Berisha, decisivo la settimana scorsa a Parma: la Lazio è finita dopo mezzora, Vecino ha sfiorato per due volte il raddoppio, che è arrivato con un gran tiro di Brozovic, e poi ha gestito in assoluta tranquillità il resto dell’incontro, festeggiando la doppietta di Icardi e il nuovo ruolo di anti-Juve. Sì, perché alla lunga, con questa rosa, Spalletti può dire la sua: la squadra ha un’anima e delle idee molto chiare, tanto che assomiglia alla miglior Roma di Luciano degli anni passati. E poi ha MI9, il Ronaldo nerazzurro. A proposito del tecnico toscano: da quando ha lasciato la capitale, è tornato tre volte all’Olimpico e ha sempre vinto e sempre segnando tre gol. Prima contro la sua ex squadra, poi due volte contro la Lazio.

Un’altra bocciatura pesante per i biancocelesti, che non battono un colpo contro le Grandi del campionato: hanno perso contro Napoli, Juve, Roma e Inter, segno che non arriva quel salto di qualità tanto atteso dopo un mercato di vertice, almeno per quanto riguarda le alternative ai titolari. L’infortunio di Leiva, lui sì insostituibile, ha pesato nella sfida contro l’Inter più dell’assenza, dall’altra parte, di Nainggolan, ma la scelta di tenere sempre Correa e Berisha in panchina resta molto discutibile, soprattutto se poi deve entrare un giocatore - Cataldi - che non rientrava nei piani della società e del tecnico: c’è qualcosa che non quadra.
 


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