Nicchi: «Il Var non elimina l’arbitro in campo»

Il presidente dell’AIA promuove la tecnologia in campo: «L’Italia è un paese all’avanguardia, bisogna continuare su questa strada. Lo utilizzeremo sempre di più»
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ROMA - "Il VAR? Ieri c'è stato un confronto con gli allenatori e questa è una responsabilità di Rizzoli e del suo corpo arbitrale. Lo strumento tecnologico sta facendo grandi progressi e ci sono molti aspetti che vengono migliorati continuamente”. Marcello Nicchi si dice soddisfatto della tecnologia in campo. Il presidente dell’Aia, intervenuto ai microfoni di Radio Crc, ha detto la sua su questi primi mesi di campionato: “L'applicazione è rimasta invariata rispetto all'anno scorso. Il VAR non elimina l'arbitro in campo e la sua discrezionalità con esso. Il VAR interviene laddove ci sono errori macroscopici che occorre correggere. Nelle prime 120 partite di quest'anno, il VAR è stato utilizzato soltanto due volte in meno rispetto all'anno scorso. Non bisogna fare confusione: ogni anno le federazioni che utilizzano il VAR inviano un report di quelli che sono tutti i momenti di applicazione, visti durante il campionato – ha continuato il numero uno degli arbitri -. Poi un centro di raccolta analizza tutti i dati arrivati e studia le conseguenti modifiche o miglioramenti al protocollo. L'Italia è un paese all'avanguardia nel campo del VAR e bisogna continuare su questa strada. È uno strumento che sta aiutando molto e ogni anno si prova a migliorare per utilizzarlo sempre più. Il Challenge? Di questo bisognerebbe discutere con i dati in mano, non mi permetto di anteporre la mia idea a chi svolge il proprio lavoro sul campo. Il fallo di mano? Ieri si è discusso a lungo e i parametri di giudizio restano invariati. Poi ci sono tanti altri parametri che vanno giudicati in base alle dinamiche viste in campo".


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