Figc, approvata la riforma economica del calcio. Cosa cambia per la Serie A

Norme ammissive per Serie B e Serie C. La Lega di Balata si astiene: tensione con la federazione. La Serie A vota a favore
Giorgio Marota
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Il piano di riforma economico finanziario del calcio italiano, la famosa “dieta economica” per contrastare i debiti del pallone da qui al 2030 voluta dal presidente della Figc Gravina, è passato con voto positivo in consiglio federale di tutte le componenti tranne la Lega Serie B, che si è astenuta dopo la lettera di protesta di Balata nei confronti dello stesso Gravina. Dopo settimane di confronti e fratture con i club del massimo campionato, la Serie A ha deciso infine di non votare contro nonostante alcune posizioni contrastanti dei presidenti: per i 20 club principali varranno le regole Uefa (solvibilità riguardo le posizioni debitorie scadute, stabilità con requisiti di pareggio di bilancio e miglioramento della patrimonializzazione e controllo dei costi), anche per quelli che non partecipano alle coppe, mentre i criteri ammissivi (indice di liquidità, indicatore di indebitamento e costo del lavoro allargato) saranno validi solamente per le società della Serie B e della Serie C.

Figc, il 'nodo' indice di liquidità

L’indice di liquidità, cioè il rapporto tra attività correnti e passività correnti che fotografa la capacità di un club di rispettare gli impegni nel breve periodo, resterà per la Serie A un parametro in grado di bloccare il mercato in caso di mancato rispetto. Già da diverso tempo si era invece deciso, per evitare di andare allo scontro frontale, di mettere da parte invece le questioni relative al maggior peso politico della Lega Serie A e al format dei campionato a 20 o a 18 squadre.


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