Bologna, ha vinto la praticità

Leggi il commento sulla squadra di Thiago Motta dopo la sconfitta contro il Cagliari
Bologna, ha vinto la praticità© LAPRESSE

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Tutto dipende dalle assenze o molto dipende anche della gestione della gara? Certo, le assenze hanno pesato, ma il Bologna, con il gol del vantaggio di Orsolini, aveva di fatto annullato questo handicap. Due errori, però, hanno successivamente reindirizzato la partita: quello individuale e macroscopico di Calafiori, che ha cercato di anticipare in un uno-conto-uno il proprio avversario. e un altro di carattere generale, causa di quello individuale, avvenuto proprio nel momento favorevole, dopo lo 0-1. Il Bologna si è schierato molto alto (con il portiere rimasto invece alla distanza tradizionale) e ha concesso troppo terreno al Cagliari. Il maestro Ranieri ne ha approfittato.


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È chiaro che il Bologna deve mettere mano a qualcosa se vuole cambiare il corso di questa frazione di campionato. I numeri sono chiari, anche se raccontano una verità priva di profondità. I numeri hanno due dimensioni, appiattiscono tutto, rappresentano una tendenza estremizzata. Quindi è facile che suggeriscano diagnosi rapide, anche se non sempre accurate. Il Bologna dopo Natale non ha mai vinto, ha perso tre gare (Udinese, Fiorentina ai rigori e Cagliari) e ne ha pareggiata una in casa (Genoa). Non solo: nelle ultime dieci giornate il Cagliari si è dimostrato un avversario terribile sul proprio campo (4 successi), solo l’Inter, in casa, ha vinto di più (5 volte), mentre proprio insieme all’Inter, la squadra di Ranieri condivide il primato di maggior numero di reti realizzate sul proprio terreno, 11. Il Bologna è l’opposto. Nelle ultime 7 trasferte ha perso quattro volte (4 in campionato e 1 in Coppa Italia). E soprattutto fa fatica a segnare. Manda in rete pochi uomini, quattro per l’esattezza in trasferta, viene spesso chiuso nei suoi assalti laterali, è privo di un vero uomo d’area capace di approfittare delle difficoltà in cui incorrono gli avversari di turno, pressati dal gran ritmo e dal gioco di Ferguson e compagni.


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Questi numeri dicono che ieri Ranieri ha esaltato le proprie virtù e Motta i propri vizi. Ecco perché ha vinto il maestro. A volte, poi, il calcio è beffardo e presenta il conto nelle forme simboliche che non ti aspetti. Motta durante il mercato avrebbe tentennato su Petagna. Avrebbe preferito attaccanti con altre caratteristiche. Così è rimasto van Hooijdonk come vice-Zirkzee. L’olandese di riserva poi ha mostrato i limiti che, chiunque, evidenzierebbe se chiamato a esibirsi con tanta intermittenza. Petagna invece, proprio di fronte a Motta, si è esaltato e ha fatto gol.


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È quindi finita la magia del Bologna e di Motta? Conclusione più affrettata e sbagliata non potrebbe esserci. Il Bologna deve essere aggiustato, sia nella conduzione spesso univoca della gara (ieri il Cagliari avrebbe potuto far poco se i rossoblù si fossero chiusi in un numero ridotto di metri), sia sul mercato. Ora il dilemma è se prendere un attaccante più centrale, un lupo da area di rigore, in grado, magari, con le caratteristiche richieste da Motta, di poter anche giocare con Zirkzee o un altro esterno-goleador, come Karlsson o Orsolini. Il Bologna deve seguire il proprio progetto e non i desideri contingenti, anche se suggeriti dal tecnico. Perché, lo ha dimostrato proprio Ranieri, con un allenatore che sfrutta al massimo le proprie opportunità e quello che il club offre, si può anche fare bene. Per questo il Cagliari ha doti che può portarlo alla salvezza: un allenatore pratico, una squadra consapevole e un senso dei propri limiti in grado di consentire di battere avversari di maggior spessore, come, appunto, è accaduto con il Bologna. 


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