CAGLIARI - «La cartolina più bella della passata stagione? Facile, il gol di Pavoletti. E vedere in tutti i tifosi del Cagliari quella gioia incontenibile. La cittadinanza onoraria? Io mi ci sento già un cagliaritano e la cittadinanza me l’ha già data la gente. Poi, certo, se arrivasse anche quella dell’Amministrazione, ne sarei onorato». Ha fatto il pieno di energie Claudio Ranieri e ieri, nella sua prima conferenza stampa targata serie A, ha subito indossato l’elmetto sapendo che questa che lo attende sarà una scommessa ancora più insidiosa della precedente.
La sfida
Ma allo stesso tempo più entusiasmante. Perché misurarsi di nuovo con la massima serie e poterlo fare con un gruppo che avrà modo di plasmare a sua immagine e somiglianza fin dal ritiro, gli daranno un piccolo vantaggio. Il resto dovrà farlo lui sul campo e fuori e i suoi ragazzi durante le partite. In un viaggio che, pur ricco di insidie, il tecnico rossoblù non vede l’ora di affrontare perché potrà regalare grandi soddisfazioni. «Ho già messo alle spalle la vittoria di Bari che finisce nella storia, nei ricordi. Ma ora di storia ne abbiamo un’altra da scrivere. Siamo gli ultimi arrivati in A e mi sembra che il calendario non sia stato così benevolo con noi. Ma il nuovo obiettivo, dopo aver riportato il Cagliari nella massima serie, è di riuscire a farcelo rimanere». Magari per sognare altri traguardi successivamente. Perché, come ha sottolineato lo stesso allenatore: «i sogni danno slancio».
I rinforzi