Serie A Inter, Mazzarri: «Thohir? Felice per le sue parole»

Il tecnico dell'Inter: «Noi in Europa? Farò possibile e impossibile. Ho passato momenti molto peggiori nella mia carriera. Io trasmetto ansia alla squadra? Non ho tempo di rispondere a queste cose, la storia parla per me»
Andrea Ramazzotti
7 min
NAPOLI - Mazzarri, è soddisfatto che nonostante il momento le siano arrivati molti attestati di stima? «Ho notato e ringrazio in particolare Valentino Rossi che, al di là delle disquisizioni tecnico-tattiche, ha parlato di serietà come professionista e come uomo. Mi ha fatto piacere. I giocatori sanno come lavoro e se apprezzano quello che faccio sono contento. Li ringrazio perché hanno
fatto certe dichiarazioni».
Thohir ha detto che continua a godere della sua fiducia altrimenti la avrebbe mandata via mesi fa. Come legge questa frase? Come vive questa situazione “poco stabile”?
Poche volte è capitato ad allenatori di vedere la società per la quale lavorano cambiare radicalmente a metà anno. Spesso una nuova proprietà che arriva manda via l'allenatore. Thohir ha fatto diversamente e questo vuol dire che la mia carriera lo ha messo in condizione di comportarsi in altra maniera. Mi fa piacere anche perché sono il dipendente più importante dell'area calcio.
I rigori non dati non rischiano di essere percepiti come un alibi dai giocatori?
Se ci sono delle immagini da commentare, penso di essere in grado di commentarle in maniera obiettiva. Cosa dovrei dire di fronte a certe immagini evidenti? Ai ragazzi dico di non pensarci, di cercare il gol in altro modo. Poi se un giorno il rigore ci sarà, ben venga.
Una bandiera dell'Inter come Bergomi dice che lei trasmette ansia alla squadra. Cosa ne pensa?
I miei giocatori sanno quello che faccio e non posso rispondere a tutti. La mia storia dice l'esatto contrario e non mi interessa commentare. Fatemi la prossima domanda.
E' il momento più difficile della sua carriera?
No, ne ho passati di peggiori. Dal punto di vista della serietà e del lavoro do tutto e le analisi a campionato in corso io non le faccio. Non parlo più di tanto e aspetto la fine della stagione per dire quello che penso io. Il ruolo mi impone di non fare bilanci provvisori. Devo pensare a una partita alla volta.
Quali insidie nasconde la gara contro il Bologna?
Partite facili non ci sono e noi dobbiamo crescere, migliorare gli errori di Livorno e cercare di raccogliere il più possibile. Abbiamo 7 partite per portare il più in alto possibile questa squadra, per programmare le prossime stagioni.
Come può l'Inter in una fase così delicata della stagione prendere i gol come quelli contro l'Atalanta e il Livorno?
Se guardiamo la prestazione nell'arco dei 95' si parla di come gioca la squadra, ma nell'arco di una partita ci sono gli episodi. Può succede di perdere l'uomo su un piazzato o che un retropassaggio venga sbagliato e che tutti non siano messi bene per rimediare. Il calcio è anche illogico e dico che dobbiamo pensare a fare prestazioni migliori possibili per tirare le somme alla fine ed essere soddisfatti di quello che abbiamo fatto. Dobbiamo imparare a non sottovalutare mai le insidie. A Livorno davamo la sensazione di essere padroni del match e non abbiamo visto l'insidia. Se il tiro dell'1-0 di Paulinho fosse finito sulla traversa, come successo a noi contro l'Atalanta, magari ci avrebbe dato la scossa e non avremmo fatto altri errori che abbiamo pagato a caro prezzo.
Crede che sia giusto legare il suo futuro alla conquista dell'Europa League?
Vado dritto per la mia strada, quella della serietà. Voglio portare questa squadra più in alto possibile e in base a come finiremo sarà più facile programmare il suo futuro. Non voglio dire altro sull'argomento.
Questa squadra ha troppi alti e bassi?
La crescita io la vedo, l'impianto tattico c'è, i giocatori sanno quello che devono fare, ma le disattenzioni non si possono controllare. Su quello che vedo quest'anno, e io vedo tanto, il prossimo anno possiamo costruire: 1-2 amnesie all'anno i calciatori possono essere concesse, 30 no. Finora come squadra abbiamo concesso poco e creato molto, sia in casa che in trasferta. Vedere queste cose è importante. Magari non si vede ancora la ferocia che altre mie squadre avevano, ma certe valutazioni vanno fatte alla fine.
Come si fa a fare acquisire la mentalità da campioni ai giocatori dell'Inter?
Per stare ad alti livelli ci vogliono una costanza di concentrazione, di vedere il pericolo sempre alte. Le squadre medie riescono a fare una partita esaltante e poi magari si perdono come una formazione inferiore. Tanti dei nostri giocatori sono migliorati sotto questo aspetto.
A Livorno rifarebbe gli stessi cambi o sono stati due episodi che hanno fatto perdere la partita?
I cambi io li preparo prima e li faccio sulle logiche. Quando il Livorno mette un trequartista e due punte, so quello che possiamo fare noi. Zanetti era entrato a Verona e la squadra aveva vinto, facendo bene in entrambi i modi. Guarin ha sempre giocato titolare, era un giocatore che aveva sempre giocato e mi dava esperienza.
La gara contro il Bologna si presenta simile alle ultime casalinghe nelle quali avete avuto difficoltà?
Stavolta vorrei che la squadra partisse con il piede giusto. Speriamo di poter segnare subito, poi anche di produrre occasioni come in passato perché alla lunga arriveranno anche i risultati.
Come stanno gli esterni?
Jonathan sta bene e oggi si allenerà, ma anche Nagatomo sta bene.
Quanto è importante l'arrivo di Thohir per caricare la squadra?
Nei momenti in cui ci sono le difficoltà è importante sentire la presenza della società. Noi all'interno siamo uniti e la proprietà sta vicina alla squadra. Ben venga Thohir che viene ad Appiano, è un aiuto per l'allenatore. Nei momenti difficili mi metto tutto sulle spalle ed è meglio perché almeno i ragazzi sono tranquilli.
Come sta Icardi? Gli arrivano pochi palloni giocabili?
Bisogna fare il conto delle palle gol che hanno le nostre punte e gli attacchi delle squadre che sono davanti a noi. La squadra finora ha prodotto sempre o quasi sempre più delle altre e subisce di meno. Icardi si trova addosso la responsabilità di giocare nell'Inter in questo momento dopo essere stato alla Sampdoria. E' una pressione diversa che va assorbita e metabolizzata dai giovani come lui, Juan. Noi ne facciamo giocare sempre due. Guardate quanti ne fanno giocare le squadre di vertice.
Kovacic può giocare titolare?
E' uno dei candidati insieme a un altro per un certo ruolo.

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