Mancini: «Scudetto, io ci credo»

In conferenza stampa il tecnico nerazzurro ha parlato del momento della squadra dopo il ko del San Paolo e delle difficoltà di Icardi.
Andrea Ramazzotti
4 min

INVIATO AD APPIANO - Roberto Mancini ha parlato alla vigilia della gara di domani sera a San Siro contro il Genoa.

L’Inter è più forte dopo la prestazione del San Paolo?
Avrei preferito vincere 1-0 stentando… Dopo il match di lunedì abbiamo la consapevolezza che se ci mettiamo quello che abbiamo messo a Napoli, possiamo far bene. Anche se ci sono squadre più attrezzate di noi. A volte ci sono sconfitte che permettono di capire cose tattiche anche relative alla forza degli avversari. Siamo andati lì per fare la nostra partita e all’inizio il Napoli ha fatto meglio di noi. Poi però…



C’è un problema Icardi?
La gara di Napoli è stata abbastanza difficile. Abbiamo subito subito un gol e abbiamo abbassato il baricentro, così Mauro è rimasto isolato tra i loro difensori centrali e non ha avuto molte palle. La squadra era indietro e ha faticato. Mauro farà i gol che ci serviranno anche se ora ha un po’ di difficoltà.


Le difficoltà di Icardi sono legate al fatto che non fa abbastanza per aiutare la squadra o è la squadra che gioca in maniera poco funzionale alle sue caratteristiche?
Gli attaccanti hanno bisogno della squadra e viceversa. Se un attaccante non lavora per la squadra non va bene perché c’è bisogno di tutti per difendersi.

Qual è stata la cosa più rassicurante a Napoli?
Nonostante il 2-0 e il fatto che fossimo in 10, la squadra voleva rientrare in partita. Con quelle condizioni poteva finire in goleada anche perché al San Paolo ci sono squadre che hanno subito 4-5 reti. Noi invece siamo stati bravi.

Ci dice qualche titolare del match di domani sera?
Miranda, Murillo, Handanovic, Melo e Jovetic.

Jovetic e Icardi possono giocare insieme solo in casa contro le squadre “medio-piccole”?
E’ tutta una questione di tempo. Due giocatori si conoscono meglio e imparano a giocare meglio con il passare dei mesi. Noi comunque giochiamo sempre con esterni offensivi e nella scelta degli attaccanti è anche una questione di equilibrio. Al City giocavamo con molti giocatori offensivi, ma questo si può fare se anche i giocatori offensivi non si sacrificano dopo una palla persa.

Ljajic è l’esempio di quello che lei chiede agli attaccanti?
Ha qualità tecniche importanti nella fase offensiva. Non ha difficoltà di corsa e nel suo caso è solo una questione mentale. Se però lo fa e va bene, si rende conto di molte cose.

L’influenza di Perisic lo mette ruoli dai giochi?
Vediamo oggi come starà e poi decideremo.

Soddisfatto di Icardi?
Sono soddisfatto di tutti perché se siamo secondi vuol dire che abbiamo fatto un bel lavoro. Al tempo stesso però abbiamo giocatori bravi che possono fare di più, anche se poi stanno in panchina.

L’Inter è la squadra meno fallosa del torneo, ma è la terza con più rossi. Come lo spiega?
Solo sfortuna credo… (sorride). Vengono giudicati male certi falli…

La squadra è in crescita dopo la sosta e la metamorfosi rispetto allo scorso anno è evidente. Cosa manca adesso?
Se andiamo avanti così fino alla fine va benissimo perché non ci manca molto. Dopo aver affrontato tutte quelle che lottano per il vertice, dico che non abbiamo avuto molte difficoltà. Se diamo qualcosa di più possiamo rimanere in alto fino alla fine.

Questa Inter è da scudetto?
Noi vogliamo lottare per lo scudetto perché siamo l’Inter. Poi ci sono squadre più attrezzate, ma non sempre vince la squadra più attrezzata… Il nostro primo obiettivo è arrivare in Champions League, ma se negli scontri diretti del girone di ritorno ci saranno dei pareggi, magari la quota scudetto si abbasserà. E allora anche noi possiamo sperarci.


© RIPRODUZIONE RISERVATA