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PRAGA (REPUBBLICA CECA) - Qual è la vera Inter? Quella capace di battere in rimonta la Juventus o quella ancora a 0 punti dopo 2 match di Europa League contro Hapoel Beer Sheva e Sparta Praga, non certo Real Madrid o Manchester City? La domanda rimbalza nella testa dei tifosi nerazzurri, ma anche dei dirigenti che ora sono preoccupati: il primo ko contro gli israeliani era stato catalogato come un incidente di percorso “tollerabile”, mentre lo scivolone di Praga anche in corso Vittorio Emanuele ha alimentato dubbi su come viene affrontata l’Europa League.
CANDREVA SULL'INTER - MORATTI SUL SUNING
Dai giocatori e dall’allenatore. In Europa De Boer ruota gli uomini perché non ha 4 elementi rimasti fuori dalla lista (Joao Mario, Gabigol, Jovetic e Kondogbia), ma anche perché vuole far rifiatare i migliori. Probabilmente si aspettava risposte diverse da parte delle seconde linee che lo hanno tradito. Biabiany e Nagatomo già stati “puniti” con l’accantonamento. Toccherà anche ad altri? Di certo questo turn over fa passare un messaggio sbagliato, una specie di “La Coppa conta meno del campionato”.
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SIMILITUDINI - A rendere sinistramente simili la versione italiana e quella europea dell’Inter c’è l’abitudine di andare sistematicamente sotto nel punteggio. In Serie A è successo 5 volte su 6 e i nerazzurri hanno collezionato 2 successi, 2 pari e una sconfitta, mentre in Europa League 2 volte su 2 con altrettante battute d’arresto. Altri punti in comune: l’incapacità di trovare la rete con molti giocatori (2 in Italia, 1 in Europa) e di subire sempre gol (5 volte su 6 in A, 2 su 2 in Europa League). Il diverso spessore delle prestazioni in campionato è causato dagli uomini utilizzati: Joao Mario è già un giocatore fondamentale e con lui in campionato sono arrivate 3 vittorie su 3. Icardi, 6 reti in A, in Europa League ha totalizzato appena 37’.
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