Spalletti: «Inter, sei forte. Reagisci!»

Un'ora di conferenza stampa per il tecnico nerazzurro alla viglia della sfida contro la Lazio. Ai suoi ha chiesto una svolta immediata.
Spalletti: «Inter, sei forte. Reagisci!»© ANSA
Andrea Ramazzotti
10 min

INVIATO AD APPIANO - "Uomini deboli, destini deboli. Uomini forti, destini forti. Facciamo vedere che uomini siamo". Lo slogam piazzato alla fine della conferenza stampa ha fatto capire tutta la voglia che Luciano Spalletti ha dentro alla vigilia del match contro la Lazio.

Spalletti, che partita sarà Inter-Lazio?
Sarà una sfida aperta perché loro sono una formazione forte, ma anche noi siamo forti. E ci sarà anche una sfida tra bomber come quella tra Icardi e Immobile che si contenderanno insieme ad altri il titolo di capocannoniere fino alla fine.

Sente in questo momento il sostegno dei tifosi?
Mano a mano che si vincevano le partite mi sentivo sempre più interista, ora che ne abbiamo perse tre di fila e sento l’apporto dei tifosi, sono totalmente innamorato dell’Inter.

Cosa può ridare all’Inter le sicurezze del passato?
Una vittoria. Dobbiamo riuscire a perforare questo “duro” che stiamo trovando. Non possiamo scavalcarlo. Abbiamo fatto tutto da soli e, ora che giochiamo contro la Lazio, dobbiamo reagire. Non stiamo facendo un brutto campionato anche se abbiamo perso le ultime due partite di campionato.

Cosa vorrebbe dire battere la Lazio?
Sarebbe la soluzione di tutti i discorsi che tentiamo di costruire adesso.

Cosa ha detto ai giocatori in questi due giorni?
Si cerca di portare loro dei dati di fatto. Uno degli esempi è che se a questo punto fossimo arrivati con due sconfitte contro Napoli e Juventus, ma facendo 4 punti contro Udinese e Sassuolo, il modo di vederci ora sarebbe del tutto diverso. Abbiamo fatto cose eccezionali prima e trovare qualche difficoltà adesso è facile. Abbiamo fatto tutto da soli e adesso abbiamo la possibilità di trovare da soli la soluzione. E’ in questo momento che riesci a capire le tue qualità individuali, come si reagisce e si va alla ricerca dell’obiettivo che ha. Nessuno può darti la soluzione di quello che vai cercando. Noi abbiamo determinato che adesso ci possano dire qualcosa perché prima abbiamo fatto cose eccezionali. Chi siamo e da dove veniamo dobbiamo tenerlo in mente. Sapendo che siamo una squadra forte non possiamo mai essere in difficoltà perché abbiamo le soluzioni per tutto. Siamo forti.

Cosa se ne esce da questo momento, dal clima negativo che si è creato?
Nel calcio ci sono momenti in cui le cose vanno storte e nel quale devi far scorrere il tempo e recuperare le energie che di solito determinano una reazione. Noi abbiamo dei dati che non ci fanno essere pessimisti, anzi… Gli obiettivi vanno bene, ma la differenza la fanno il sistema, l’organizzazione, le procedure, il modo di lavorare che deve essere bello chiaro.

L’Inter quando ha avuto la possibilità di fare il salto di qualità negli ultimi anni ha sempre fallito. Perché?
Bisogna essere abituati agli spaventatori professionisti. Ovvero a chi dice che il quarto posto è a rischio. Il quarto posto è sempre a rischio, dall’inizio alla fine del campionato. Ci sono persone che dicono sempre il peggio per spaventare, non mi riferisco ai giornalisti, ma anche ai tifosi delle altre squadre e un po’ a tutti. I giocatori che alleno hanno tutti il colpo in canna, anzi il colpo di reni come portieri per cambiare la situazione. I tifosi dell’Inter ci sono vicini e supereremo quota 60.000 presenti allo stadio anche domani. Loro hanno in testa la soluzione, hanno fiducia in quello che possiamo fare e vengono a supportarci anche domani. E i giocatori la pensano anche come me: sono totalmente innamorati della nostra squadra adesso che nelle difficoltà la nostra gente ci sta vicina. Noi siamo una squadra forte e facciamo contagiare da questo.

Inzaghi ha detto che dovremo essere bravi a non dare ampiezza all’Inter. Cosa rispondi a chi dice che l’Inter è prevedibile?
E’ corretto che dobbiamo palleggiare meglio centralmente e penetrare di più dietro la linea difensiva avversaria. Dipende anche dalle caratteristiche della rosa. La Lazio è brava a ribaltare l’azione a campo aperto e noi dovremo stare attenti a questa cosa.

Aveva iniziato la stagione con un discorso chiaro ovvero dicendo che aveva rinunciato alla Champions, mettendosi in gioco con un contratto di due anni. Nelle ultime partite però c’è stato un atteggiamento non giusto da parte dei giocatori che dovevano ridarle la Champions. E’ arrabbiato? Preoccupato?
Sono un po’ sorpreso da questa mancata totalità di buttarci dentro tutte le forze che abbiamo per reagire alle difficoltà. Non ci abbiamo magari messo tutto, ma se nel derby avessimo segnato sullo 0-0 come ne avevamo avuto la possibilità… Dovevamo fare qualcosa di più nel derby, ma abbiamo giocato tutto sommato alla pari. Tutti sono attenti e vogliosi nel ribaltare questo momento e bisogna fortificare le loro convinzioni. Questi sono ragazzi che hanno fatto talmente tanto bene prima… Sento parlare di Lazio e Roma che hanno disputato un campionato eccezionale, di Napoli e Juve che sono due squadre di extraterrestri, ma noi siamo lì in classifica, al loro livello. Se ci troviamo in questa posizione abbiamo fatto vedere delle qualità e nessuno ci ha regalato niente. Se si va dietro a quello che ci dicono, ti mettono davanti tutti i numeri che ti hanno portato a essere lì, per far vedere che siamo calati, ma dobbiamo solo lavorare come abbiamo fatto finora.

E’ ipotizzare Candreva trequartista?
Antonio ha fatto vedere anche di sapersela cavare in quel ruolo, ma lo può fare accentrandosi anche se Cancelo spinge. Io non voglio fare ulteriore confusione. Noi l’abbiamo indovinata all’inizio con questo blocco squadra. Faremo un passetto indietro rafforzando le nostre convinzioni, non tirare il cappello in aria andando alla ricerca di un qualcosa che non si sa se funzioni. Le scelte saranno quelle che abbiamo sempre fatto.

Alla luce degli ultimi risultati è scaduto il tempo di coloro che le dovevano far cambiare idea sul blocco dei titolatissimi?
Ho avuto risposte parziali da parte dei giocatori che ho utilizzato perché i risultati sono stati quelli che sono stati. Io rimango dell’idea iniziale e sto con i calciatori che ho, perché mi piacciono.  Noi dobbiamo avere un modo di lavorare corretto che poi ti porta all’obiettivo. Chi ha solo l’obiettivo nel mirino perde di vista tutto il resto. Bisogna avere un modo di lavorare e avere tutti i giorni un mini traguardo da portare a casa. Un traguardo importante si raggiunge con la somma di mini traguardi. Non mi sta bene chi dice che vuole giocare di più o che vuole andare via a gennaio perché perde importanza il lavoro da qui a gennaio. Se uno lo dice io lo trito. Bisogna essere dentro il lavoro da fare ogni giorno. Chi dice che vuole andare via a gennaio, gli si toglie qualcosa perché quello non è il modo giusto di stare in un gruppo.

Ha visto qualcuno in particolare che non si è comportato bene?
Se ho da dire qualcosa a qualcuno glielo vado a dire e in questo momento non ho avuto da dire niente a nessuno. Li vedo tutti un po’ demoralizzati e dispiaciuti per quello che è successo. Bisogna stare con loro che sono dei calciatori forti che sono arrivati in una squadra forte con i meriti avuti. Quando sei qui dentro, in questo contesto e vesti questi colori e questa maglia, devi saper reagire. Non ti puoi scansare se qualcuno ti viene addosso perché tanto prima o poi la travata tu la prendi. Devi andare addosso agli altri per crearti la strada. All’Inter non ci si nasconde perché gli altri ti vengono addosso. Devi essere forte, reggere e ridarle sennò si va a giocare da un’altra parte.

Nelle ultime 5 partite un solo gol segnato, mentre la difesa ne ha subiti 4 nelle ultime 3 gare. Cosa è successo?
Niente di particolare. C’è stato un calo dell’autostima e un annebbiamento delle qualità dei singoli. Se siamo un po’ titubanti avvengono cose così. A te viene il braccino e gli altri aumentano la convinzione di farcela.

Gagliardini è spesso criticato, ma senza di lui sembra mancare fisicità. A Gagliardini manca qualcosa a livello mentale? Sbaglia troppo?
E’ uno che tra le sue caratteristiche ha generosità, lotta e corsa e magari perde qualcosa in fase di costruzione, di verticalizzazione improvvisa. A me Gagliardini va benissimo così com’è.

E’ soddisfatto del percorso di crescita di Cancelo? Può tornare al Valencia a gennaio?
Cancelo ha conoscenze superiori rispetto al passato sulla fase difensiva. Ha fatto due buone partite e migliorerà di volta in volta perché ha qualità nei piedi, può giocare più offensivo e partendo dal basso è una risorsa importante. A gennaio i calciatori possono dire quello che gli pare, ma finché Ausilio o Sabatini non dicono loro che possono andare da un’altra parte, tutti restano qua. Tengono il muso due partite, ma poi gli passa e hanno perso solo due occasioni di giocare… A gennaio se c’è il contesto giusto vanno via quelli che ci pare a noi, non chi vuole andare via. Siamo noi quelli che gestiamo la situazione. Si fa quello che ci sembra giusto.

E’ rimasto deluso dalle ultime prove di Joao Mario?
E’ un ragazzo semplice perché ha una correttezza esagerata nel modo di frequentare lo spogliatoio e di allenarsi. A me non ha detto niente di strano quando gli ho parlato, ma poi intorno a un giocatore ci sono tante postazioni che dicono verità diverse. Lui è un ragazzo per bene e corretto dal punto di vista professionale. Mi spiace che non abbia sfruttato i palloni per far gol nel derby. Se ha pensato di andar via, ha buttato via un po’ di attenzione per quelle occasioni lì perché se pensi di andare via, perdi qualcosa in applicazione. Dopo il derby però si è allenato bene.

Ha fatto più lo psicologo o allenatore sul campo in settimana?
Ho parlato anche con i singoli per cercare di risolvere i problemi perché a volte non serve parlare al gruppo. Noi abbiamo tutte le capacità per avere un destino forte. Come è stato scritto… Uomini deboli, destini deboli. Uomini forti, destini forti. Facciamo vedere che uomini siamo.


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