Inter, Spalletti: «Lamentandomi, non mi qualifico. Keita e Brozovic stanno bene»

Dalla sala stampa del Suning Training Center, il tecnico presenta il match valido per il ritorno degli ottavi di Europa League: «Consideriamo i supplementari»
Inter, Spalletti: «Lamentandomi, non mi qualifico. Keita e Brozovic stanno bene»© Inter via Getty Images
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MILANO - Alla vigilia di Inter-Eintracht, valida per il ritorno degli ottavi di finale di Europa League, il tecnico Luciano Spalletti si presenta nella consueta conferenza pre-partita dalla sala stampa del Suning Training Center. In una condizione di emergenza, con gli uomini contati, ed una grana Icardi ancora tutta da risolvere, servirà una vittoria, alla luce dello 0-0 maturato alla Commerzbank Arena di Francoforte nel match d'andata.

INFORTUNI - Spalletti con gli uomini contati: «Infortuni? Lamentarmi non mi farà qualificare. Si gioca in undici, per cui abbiamo tutti quelli che servono per vincere la partita. Keita è a posto, Brozovic è convocato e va in panchina domani. Borja Valero gioca. I ragazzi della Primavera? Comincia sempre così, bisogna prendere un'occasione per costruire la tua carriera. In base ai numeri che abbiamo ci sarà l'opportunità per far vedere le loro opportunità. Dipenderà in che ruolo ma abbiamo portato quelli che anche attraverso la disponibilità del settore giovanile si allenano con noi e ne conosciamo le qualità. Abbiamo sentito anche Madonna secondo le sue indicazioni. Siamo vicini alla famiglia di Joao Mario, ribadiamo il nostro affetto per il momento che sta attraversando. Gli siamo affianco».


EUROPA LEAGUE - Una battuta sull'importanza della competizione: «Io spero che la prima cosa che hanno focalizzato i calciatori è che questo è un momento importantissimo. Pensiamo alla partita che abbiamo davanti e non a quel che rimane da giocare in stagione. Ci arriviamo con le carte in regola, è vero che si fa sempre credere a tutti che il migliore è quello che manca, ma le partite le vincono quelli che ci sono. Non esistono trucchi da un punto di vista psicologico, chi va dentro deve sapersi motivare per la causa da portare a termine. Chi non riesce a capire che si deve motivare a tal punto e deve essere all'altezza della situazione rimane un mediocre. Può avere le possibilità che ha, ma in certi momenti bisogna metterci qualcosa in più. Le capacità, se giochi nell'Inter, le hai».


HUTTER - Mancherà il collega avversario: «Mi spiace perché sono partite che per un allenatore rimangono. Sono partite che ti creano la vera cultura professionale, che rimane dalle cose che incontri nella vita. Tutte le partite in campo internazionale mi hanno creato un ricordo forte e indelebile. Penso che anche per lui sarebbe stato così e in ogni partita sarebbe giusto avere tutte le componenti. La sua squadra gioca un bel calcio, mi sembra anche una bella persona. Mi avrebbe fatto piacere averlo vicino».


EFFETTO SORPRESA - La ricetta per vincere con l'Eintracht: «Non dare punti di riferimento crea sempre disturbo alla linea difensiva. Se chiede a Skriniar se gli piace marcare Ibra o Messi, magari prendi più gol ma tutti direbbero Ibrahimovic perché lo tocchi, hai un riferimento. L'altro non sai se ce l'hai o meno, dove lo trovi. L'imprevedibilità crea fantasia superiore. Ma dei nostri chi è atipico? Politano è atipico per quale ruolo? Giocava da attaccante centrale anche nel Sassuolo, ci ha fatto anche girare un po' la testa. Keita ha giocato punta centrale ed esterna, da esterno fa meno rientri e agisce più da seconda punta. Perisic è nel suo posto, Candreva è nel suo posto. Atipici mi sembra ce ne siano pochi. Sono tutti veri, reali. Tutti nelle condizioni di proporre il loro meglio. Da qui in avanti le cose vanno capite per l'importanza che hanno. Mi aspetto un extra a livello individuale, serve la prestazione migliore o quasi di quelle fornite finora. Sono strasicuro che lo faranno».


UN SOLO RISULTATO - Alla luce dello 0-0 dell'andata, servirà soltanto la vittoria: «Non cambia niente, solo che bisogna stare dentro una partita in cui poi devi renderti conto che sei dentro o fuori, per cui vanno prese delle decisioni correttamente, perché ne puoi pagare un caro prezzo, portandoci dentro le esperienze che ci siamo fatti. Secondo me nella partita d'andata abbiamo usato delle conoscenze che abbiamo incontrato nelle partite precedenti in Europa. Calciatori maturi, scaltri, che sanno prendere il meglio da quel che passa».


PERISIC - Quanto è importante il croato: «Lo è sempre per noi, perché ha queste caratteristiche di corsa e fisicità. Ti dà una mano chiudendo sui traversoni. Purtroppo ha avuto questo affaticamento all'andata e non è riuscito a dare il meglio. Spero che questi giorni di recupero lo aiutino a dare il meglio. Spero possa giocare libero perché il suo apporto è fondamentale, come quello di altri ma lui ha più qualità: tecnico, resistente, bravo a saltare l'uomo, bravo nei rientri, ha posizione sulle palle inattive su cui loro sono bravi e forti fisicamente. Lo dice la tradizione del popolo tedesco. Per cui uno come Perisic permette a qualcuno di capire dove forzare di più e dove concedere qualcosa».


MOTIVAZIONI - «Lo abbiamo detto prima, la differenza la fa il fatto di farlo spesso. Di farlo durare a lungo il motivarsi ed essere al top. Il termine è resilienza: dobbiamo tenere a lungo la concentrazione e mostrare il massimo delle nostre possibilità, senza farla diventare presunzione ma lottando e capendo un momento come questo in cui c'è da essere ripetitivi nel battere forte. Bisogna solo andare in campo e mettere in pratica, che è la cosa più difficile».


JUVENTUS - Cosa "rubare" dai bianconeri: «Facciamo i complimenti alla Juventus perché ha disputato una grande partita. Mi piace sottolineare il lavoro di Allegri fatto in questa gara. Quel che bisognerà prendere, se proprio dobbiamo vedere, è il carattere nelle partite che contano. Il non farsi intimorire dall'eccezionalità dell'evento. Più eccezionale è l'evento e più io divento forte perché ho davanti persone di spessore, se fosse una cosa normale ci potrebbero stare tutti in quella situazione, è proprio perché è anormale che riesce a pochi e tu sei tra i prescelti».


DIFESA A TRE - «Ne avete uno da indovinare. Volete sapere anche quello? Vi garba vincere facile (ride, ndr). Questa la teniamo fino a domani. I ragionamenti sono corretti come li ha fatti lei, anche se lei pensa che Keita debba giocare un tempo deve anche pensare che poi ci sono i supplementari. Il ragionamento è fatto di tante sfumature e attenzioni, pensiamo di mettercele tutte ma cambia poco perché tutti debbono essere della partita, oltre alle giovani promesse che abbiamo convocato perché poi le sostituzioni in una gara come quella di domani vanno fatte. La 'garra' che verrà fuori dalla partita comporterà questo», nessuna anticipazione sul modulo, quindi.


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