SPALLETTI E MAROTTA - Quando una pellicola non ha successo al botteghino, la colpa ricade sul regista che in questo caso si chiama Luciano Spalletti. Il tecnico si è “avvitato” su se stesso, in difficoltà nel gestire uno spogliatoio con il quale il rapporto si è progressivamente deteriorato. Sperava di ricompattarlo grazie al caso Icardi (una specie di “tutti contro di lui” per bene dell’Inter) e invece la punizione inflitta all’ex capitano, prima multato per il ritardo di inizio gennaio e poi privato della fascia, ha avuto effetti positivi solo nel breve periodo. Adesso, senza il bomber da 121 reti che si è ammutinato a causa di un dolore al ginocchio destro non così serio nei mesi precedenti, manca una preziosa risorsa e, complici le esternazioni sui social e in tv di Wanda Nara, si è creato attorno alla Pinetina un alone di tensione. «Il caso Icardi mi sembra un macello della Madonna» ha osservato con sincerità l’ex Julio Cesar. Una soluzione sembra lontana. Magari la sosta porterà consiglio. Alla vicenda sta lavorando l’ad Marotta che nei suoi primi tre mesi all’Inter ha avuto un impatto notevole: ha cercato di sistemare con decisione alcune situazioni complicate in un club che, anche quando c’era Moratti alla guida, non era solito usare il pugno di ferro. I risultati per ora non sono stati quelli sperati e soprattutto i problemi si susseguono. Pazza Inter, amala.
ORFANI DI MAURO - Al fiasco de La Grande Bruttezza hanno contribuito anche le recite horror degli attori-calciatori, elementi con poca personalità e zero attitudine a giocare (e vincere) partite importanti. Nello spogliatoio di Appiano Icardi non era ritenuto un leader, ma il suo sostituto, il “nemico” di Maurito, Ivan Perisic, dopo qualche lampo, è tornato sugli standard di rendimento scadenti di inizio anno.
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