L’Inter contro i fantasmi: c’è il Bologna poi Gasp

La lezione di Inzaghi alla squadra per cancellare gli errori di Torino: a San Siro oggi serve un segnale
Pietro Guadagno
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MILANO - Con le spalle al muro. Con il Napoli lassù a +14, grazie alla vittoria sull’Empoli, ma staccata anche dalla zona Champions, l’Inter si ritrova obbligata a vincere le due gare che la separano dalla sosta per il Mondiale. Avrebbe avuto la stessa necessità anche in caso di risultato positivo con la Juventus, tuttavia, dopo aver rimediato la quinta sconfitta in sole 13 giornate di campionato, occorre dare un segnale. E battere il Bologna (l’anno scorso il ko al Dall’Ara fu decisivo nella volata scudetto) questa sera non può essere sufficiente. Visto che in casa, la squadra nerazzurra, ad eccezione del match con la Roma, ha sempre fatto il suo dovere. La vera reazione dunque deve arrivare a Bergamo, contro l’Atalanta, in quello che è da considerare uno scontro diretto. Finora la banda di Inzaghi li ha sempre persi. Insomma, prendere i 3 punti contro gli uomini di Gasperini sarebbe l’unico possibile segnale di svolta. Di contro, lasciare per strada ancora qualcosa farebbe sprofondare ulteriormente nella depressione l’ambiente, trasformando la pausa per il Mondiale in una sorta di lungo processo. Fare bottino pieno in queste ultime due partite, peraltro, sarebbe ossigeno puro anche per quello che ora è diventato l’obiettivo prioritario della stagione, vale a dire guadagnarsi almeno un posto nella prossima Champions.

Errori e atteggiamento

Ieri pomeriggio, prima di iniziare il lavoro sul campo, Inzaghi ha riunito la squadra in sala video per analizzare quanto accaduto domenica scorsa a Torino. Il focus, evidentemente, è stato sulle due reti subìte. E il tecnico ha sottolineato come in quelle situazioni, soprattutto sul primo gol, si debba ricorrere al fallo tattico. Come peraltro ha fatto, sul fronte opposto, Danilo, senza preoccuparsi di rimediare un cartellino giallo. L’allenatore piacentino ha ribadito come attenzione e concentrazione non debbano mai venire meno, perché qualsiasi episodio può risultare decisivo e condizionare la partita. E attenzione anche alla presunzione, visto che, forse, qualche nerazzurro, nella ripresa, ha pensato che mettere sotto i bianconeri non sarebbe stato un problema. Contro la Juve, l’Inter è mancata pure in attacco, mancando una serie di occasioni che, se sfruttate, avrebbero portato a un risultato differente: quindi maggiore cattiveria, perché una squadra che costruisce 4 palle-gol nel primo tempo contro la miglior difesa del torneo non può permettersi di arrivare all’intervallo sullo 0-0.

Grandi e piccole

Tornando alla difesa, resta il grande rebus della differenza tra i soli 3 gol incassati a San Siro, in 6 gare, e i 16 (dato peggiore di tutta la serie A) in trasferta, in 7 viaggi. Giocando in casa, questa sera contro il Bologna, la situazione dovrebbe quanto meno essere sotto controllo. Nella caccia ad una spiegazione, però è saltata fuori una possibile chiave interpretativa, ossia il livello degli avversari. L’Inter, infatti, ha ricevuto quasi sempre la visita di squadre che occupano la seconda metà della classifica. E volendo anche il Bologna è in linea con questo trend. Tanto che la media punti delle avversarie finora è di 13,3, ovvero il bottino del Monza, 15° in classifica. La sola vera eccezione è stata appunto la Roma, che ha sbancato San Siro, segnando pure 2 reti. Mentre l’unico altro gol è stato della Cremonese. Ben diverso il livello delle squadre che i nerazzurri hanno sfidato in trasferta. La media in questo caso sale infatti a 20,6. Sono 7 lunghezze in più. Che, in qualche misura, possono spiegare la differenza anche se evidentemente non di quella entità.

Infermeria

Per chiudere, out Darmian, che ha rimediato una distrazione agli adduttori della coscia destra e ne avrà per un mesetto. Ufficializzata l’amichevole del 17 dicembre in casa del Betis Siviglia.


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