I problemi dell’Inter: rosa anziana, poco turnover e manca la personalità

Il mercato low cost ha orientato la scelta sugli over 30, molti giocatori faticano a trovare le motivazioni nei match facili
I problemi dell’Inter: rosa anziana, poco turnover e manca la personalità© Inter via Getty Images
Pietro Guadagno
4 min

MILANO - Se Marotta prova a dare la scossa mettendo Inzaghi e i giocatori davanti alle loro responsabilità, “invitandoli” a trovare una soluzione alla mancanza di continuità nelle prestazioni, per uscire dai problemi occorre innanzitutto capire perché l’Inter incorra sempre negli stessi errori e lasci per strada punti contro avversari non trascendentali, spesso e volentieri dopo un impegno europeo, oppure un big-match. Alla base, evidentemente, c’è un problema di tenuta fisica e mentale. Insomma, il gruppo può arrivare a un picco nella performance, ma poi non riesce a mantenerlo, anzi cala perfino al di sotto di un livello accettabile. Come è avvenuto in maniera evidente proprio domenica con il Bologna.

Carta d’identità

Già, ma perché accade? Un primo spunto di analisi può essere l’età avanzata della rosa. Considerato i 23 elementi principali nell’organico della prima squadra, esclusi quindi i giovani pescati dalla Primavera, ci sono 9 tra trentenni e ultratrentenni. Tra questi, evidentemente, ci sono elementi di valore e affidabilità, come il 35enne Acerbi, o il 34enne Mkhitaryan, oppure il 36enne Dzeko. Impossibile criticare il loro rendimento in stagione, ma è normale che possano “tirare” solo fino ad un certo punto. Poi, inevitabilmente, arriva il momento di allentare la presa. Già, ma perché l’Inter è arrivata da averne così tanti? È una conseguenza delle poche risorse a disposizione per costruire la squadra: dovendo fare di necessità virtù, si va a pescare tra i giocatori in scadenza o le occasioni low-cost. Che, spesso e volentieri, sono elementi di spessore sì, ma con la carta d’identità avanzata.

Turn over

Allora per evitare di pagare dazio, oppure per gestire meglio il problema, occorrerebbe maggiore attenzione nelle rotazioni. A volte, invece, soprattutto nelle gare all’apparenza più agevoli, sono state troppo ridotte, o addirittura insistenti. Mentre alcuni nerazzurri hanno giocato tantissimo, altri sono stati accantonati o quasi. Bellanova, ad esempio, è scomparso dai radar dopo l’Empoli, più di un mese fa. Asllani non mette piede in campo da 4 gare. Mentre Gosens, in campionato, è stato titolare solo 3 volte. Di questo passo, si finisce per usurare alcuni calciatori, mentre altri si sentono non coinvolti. E, quando chiamati in causa, diventa più complicato riuscire ad esprimersi su alti livelli. A Bologna, giusto per fare un esempio, out Skriniar e Dimarco, i cambi sono stati più del solito e non ci sono stati benefici. Qualcosa di simile era accaduto anche lo scorso anno. Ormai è chiaro che questo è il modo di allenare di Inzaghi. Forse conseguenza dei tempi della Lazio, quando non aveva a disposizione una rosa con tante alternative e quindi era costretto a impiegare sempre gli stessi uomini. A gioco lungo, ovvero in una competizione come il campionato, è inevitabile risentirne. Molto meno nelle Coppe, di cui il tecnico piacentino è ormai un maestro.

Sufficienza e presunzione

Qualcosa di più, però, dovrebbero metterci anche i giocatori. Perché non possono avere sempre bisogno dell’allenatore per trovare gli stimoli adeguati per affrontare Monza, Empoli, Sampdoria e Bologna. I top, tranne piccole eccezioni, sanno caricarsi da soli, senza la necessità di interventi esterni. Chi non ci riesce, evidentemente, non può stare ad alto livello. In questo senso, il grande ostacolo in casa nerazzurra è aver già visto sfumare lo scudetto, il grande obiettivo della stagione. Per ciò che si è visto, la semplice rincorsa ad un posto Champions non è una motivazione sufficiente per dare il massimo in ogni partita. Quando c’è lo scontro diretto, o la sfida di Coppa, allora tutto bene: carichi a mille. Dopo, invece, si può andare al piccolo cabotaggio... Solo che l’Inter non se lo può permettere. Senza la Champions, l’anno prossimo, ci saranno conseguenze per tutti.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Inter, i migliori video