Crisi infinita: ora Inzaghi e l’Inter sono più lontani

Il club è insoddisfatto, pesano le dieci sconfitte in campionato: l’ombra di De Zerbi sul futuro
Crisi infinita: ora Inzaghi e l’Inter sono più lontani© ANSA
Pietro Guadagno
4 min

MILANO - Inzaghi è un allenatore solo e pure chiuso in se stesso. Per i tifosi è il grande colpevole, per un campionato deludente, ma anche per lo scudetto mancato lo scorso anno. E le due Supercoppe più la Coppa Italia non valgono come attenuanti, al pari dei quarti raggiunti nell’attuale Champions. Nemmeno la società è contenta per tutto quello che è successo nell’annata. E ormai non fa nulla per nasconderlo, anzi. Poi ci sono i giocatori, che Simone difende sempre (troppo?) e che sicuramente non gli giocano contro. Insomma, lo seguono ancora, ma in diversi non sembrano del tutto convinti e coinvolti. Ovvio che, in queste condizioni, sia complicato portare avanti il lavoro. Anzi, sono sufficienti per mettere pesantemente in bilico la conferma del tecnico piacentino, nonostante il contratto in scadenza nel 2024. Prova ne sia che, nelle ultime settimane, è stato aperto il “file” De Zerbi. Quantomeno complicato, invece, pensare che possa rischiare l’esonero in corsa. Sul mercato non c’è un’alternativa credibile e quindi ci si dovrebbe affidare ad un traghettatore (Chivu?), ma con tanti impegni ravvicinati che possibilità avrebbe di incidere e che credibilità avrebbe nello spogliatoio? Certo, qualora l’Inter dovesse andare incontro ad un’altra serie di debacle, allora nessuno scenario potrebbe essere escluso.

Difficoltà

Futuro segnato, quindi, per Inzaghi? Quasi, ma non del tutto. Se non altro perché c’è ancora parecchio da conquistare (e pure da perdere...) in questi ultimi due mesi di stagione. E, in ogni caso, l’ultima parola spetterà a Zhang. Arrivare almeno al quarto posto è il traguardo minimo e imprescindibile, pena un ridimensionamento del club. Tuttavia, raggiungere l’obiettivo non sarebbe sufficiente al tecnico piacentino per salvare la panchina. Addirittura, potrebbero non bastargli un’altra Coppa Italia (è la competizione considerata meno importante) e/o fare ulteriore strada in Champions. Inzaghi, infatti, ha già dimostrato di essere una sorta di “mago” nelle gare da dentro o fuori. I problemi, semmai, li ha avuti in campionato, quindi sul lungo periodo. Non a caso è ciò che gli imputa la società: dalla difficoltà nel risolvere i problemi più evidenti (i troppi gol incassati in trasferta e ora le troppe occasioni da rete sprecate), nel trovare soluzioni alternative (la squadra è sempre uguale a sé stessa e al di là delle tre punte per inseguire il risultato non c’è mai un vero guizzo tattico), fino ad arrivare alla gestione della rosa, con un gruppo di elementi sempre o quasi in campo, quindi più stanchi, ed altri utilizzati con il contagocce. Senza contare, poi, un’attenzione eccessiva a certi equilibri interni. In viale Liberazione, il pensiero è che le 10 sconfitte accumulate in campionato siano l’effetto di queste dinamiche. Ecco perché, insieme ai risultati, per guadagnarsi la conferma, Inzaghi deve cambiare rotta anche su tutta questa serie di aspetti.

Attenuanti

Ad ogni modo, non sarebbe onesto caricare tutte le colpe sull’allenatore. Ovvio che sia la cosa più facile, ma ci sono anche le attenuanti. Al di là del puro valore tecnico, ad esempio, è evidente che l’organico a sua disposizione sia “chilometrato”: effetto della necessità di tagliare i costi, puntando sui parametri zero, spesso però in là con l’età. Il tentativo è stato quello di vincere subito, ma poi c’è anche l’altro lato della medaglia. Quegli stessi giocatori, peraltro, hanno più volte dimostrato una debolezza caratteriale sorprendente e un deficit di personalità poco comprensibile a certi livelli. Senza contare che, forse, la corsa al quarto posto, da parecchi è considerata poco stimolante rispetto alla possibilità di fare strada in Champions: di qui un atteggiamento diverso tra campionato ed Europa. Diversi motivi per credere che non sia solo Inzaghi a rischiare il posto.


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