Agnelli: «In Italia servono stadi e seconde squadre»

Il presidente della Juve: «Dobbiamo recuperare il quarto posto Champions. Con Berlino chiuso un ciclo»
Roma
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ROMA - «Sta diventando una piacevole abitudine fare conferenze stampa per rinnovare la fiducia ai ragazzi con cui abbiamo condiviso in tutto e per tutto questi cinque anni, il primo estremamente difficile, gli altri quattro che parlano da soli. Ho visto crescere Leonardo come giocatore e come uomo, è stato il secondo acquisto di questa nostra storia bianconera: questo rinnovo è un attestato di consapevolezza per Leo di quello che rappresenta per la Juve e per l'Italia, ora tocca a lui prendere la squadra per mano e trascinarla a nuovi successi. Se è stato un piacere vederlo crescere, adesso credo sia importante vedere come saprà far crescere i nuovi. Responsabilità non solo personali ma di prestazione della squadra tutta perché i nuovi guarderanno a lui per capire come essere competitivi su tutti i fronti». Così Andrea Agnelli in conferenza stampa presenta Bonucci e annuncia il rinnovo del contratto che legherà il difensore ai colori bianconeri per altri cinque anni, fino al 2020. «Con lui ho condiviso cinque anni di presidenza - continua Agnelli - arrivando fino alla finale di Champions che ha lasciato l'amaro in bocca per il risultato ma ha testimoniato il nostro ritorno nell'elite del calcio europeo, il ritorno alla dimensione internazionale che ci spetta. E questo significa che chi fa parte di questo gruppo oggi ha una visibilità internazionale molto superiore e delle aspettative internazionali molto superiori. Il ciclo di questi cinque anni si è chiuso a Berlino, ora stiamo costruendo le basi per un altro, con un blocco italiano che è per noi motivo di grande orgoglio: Zaza, Rugani, Sturaro tra 4-5 anni dovranno prendere loro in mano la Juventus».

CALCIO ITALIANO? SERVONO STADI E SECONDE SQUADRE - «Gli investimenti delle altre società? Ogni club è responsabile dei propri conti. Da parte nostra gli investimenti sono sempre sviluppati coordinati alla situazione patrimoniale e debitoria, credo bisogni rispettare sempre il senso di responsabilità. Una quantità di indebitamento è salutare, ma va tenuta sotto controllo per non incorrere in difficoltà come quelle dell'anno scorso che non danno buone immagini per il nostro calcio. Il calcio italiano? Dal punto di vista sportivo abbiamo portato una squadra in finale di Champions e due in semifinale di Europa League, un buon risultato che andrebbe ripetuto ogni anno per risalire nel ranking Uefa e conquistare di nuovo la quarta squadra in Champions. Lo stato di salute del calcio italiano ha bisogno di interventi prima di tutto sul piano infrastrutturale, servono stadi-teatro che attraggano. Mancano talenti, attaccanti, giovani? Bisogna introdurre le seconde squadre, il Rugani di turno avrebbe potuto già esordire in Champions League se le avessimo avute. Morata ad esempio a 22 anni aveva due finali di Champions League sulle spalle perché faceva parte della Castilla e quindi poteva essere costantemente aggregato in prima squadra».

JUVE PRIMA VERA AVVERSARIA«Il primo vero avversario della Juve è la Juve stessa - conclude il numero uno bianconero - Dovremo compiere un passaggio di consapevolezza tra la vecchia squadra e la nuova appena costruita. Cosa mi aspetto? Mi aspetto dai 'vecchi' qualcosa di più»


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