Serie A Juventus, Allegri: «Rimonta? Sono qui per questo»

Il tecnico bianconero: «Non so definire il nostro modo di giocare, 4-4-2 e 3-5-2 sono solo numeri. Guardiola l'avversario più difficile»
Vladimiro Cotugno
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TORINO - «Lo schema della Juve? Da quest'estate abbiamo lavorato con molti sistemi e stili di gioco, perché dovevamo fare un passo avanti, dovevamo lasciarci alle spalle quello che avevamo fatto, voltare pagina. Perché sapevamo che era il momento di cambiare. Non so come chiamare il modo di gioco che mettiamo in pratica ora, 4-3-3 e 3-5-2 sono solo numeri su una pagina, quello che conta è la maniera in cui vengono applicati». A parlare così è Massimiliano Allegri, intervistato dall'Indipendent. L'allenatore della Juventus ha parlato anche di Guardiola, definito «Il tecnico più difficile che abbia mai affrontato, perché quando pensi di aver ottenuto un vantaggio strategico lui cambia tutto al centro del campo e controbattere tatticamente è molto difficile».

LA PROVINCIA TI FORGIA COME ALLENATORE - «Ho avuto una carriera buona, ero bravino - continua il tecnico nell'intervista, parlando del suo finale da calciatore, spostandosi poi sulla sua crescita da tecnico, in club come Sassuolo e Cagliari - il tempo speso in provincia è inestimabile perché ti fornisce l'esperienza fondamentale e necessaria per essere un allenatore di successo, mentre tutti sognano di allenare un grande club devi prima imparare bene il mestiere».

MILAN E JUVE A CONFRONTO - L'intervista prosegue ritornando sulla sua avventura al Milan («Quando ero lì abbiamo vinto lo scudetto, finito secondi e poi terzi, comunque sempre qualificati alla Champions League, ora i loro problemi sono completamente differenti») e sul suo avvento sulla panchina bianconera: «Arrivai convinto che, con il gruppo di giocatori che avevamo, avremmo potuto disputare una grande stagione e siamo riusciti a farlo».

I COMPLIMENTI DI LIPPI E LA SFIDA DEL 2016 - Marcello Lippi ha detto di «rivedersi» in lui qualche tempo fa, per la sua capacità di instillare nei giocatori le proprie idee tattiche: «È un complimento molto importante, da un allenatore che ha fatto cose straordinarie. Ma i complimenti vanno estesi anche ai giocatori perché sono loro a portare le idee sul campo e senza di loro non avremmo raggiunto nulla». E ora davanti la grande sfida della rimonta in classifica, una missione che sembra quasi impossibile: «Ma è per questo che sono qui, è questo il motivo per il quale ho iniziato a fare questo lavoro e questo è il motivo per cui vengono pagati gli allenatori», chiude un fiducioso Allegri.


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