Juve, Dybala: «Mi ispiro a Ronaldinho, Messi e Neymar e gioco con...gli artigli»

Il talento dei bianconeri in un'intervista a El Pais: «Mi dicono che assomiglio a Tevez per come artiglio la palla. Buffon? Un leader. In campo mi trasformo, gioco come se avessi 30 anni. In questo club impari che ogni giorno ti devi impegnare in battaglia. La convocazione con l'Argentina? Mi tremavano le mani»
Dybala© Getty Images
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ROMA - Paulo Dybala fenomeno della Juventus. Per il talento dei bianconeri è stata una stagione trionfale quella del suo esordio alla corte di Massimiliano Allegri: con la doppietta ai danni della Samp, la terza in totale, l'ex Palermo è arrivato a quota 23 reti, superando Carlos Tevez che nel 2013-2014 aveva raggiunto quota 21 gol. Un cammino eccezionale quello del giovane attaccante che in una lunga intervista a "El Pais" ha parlato dei suoi trionfi con la maglia della Juve: «Da piccolo volevo assomigliare a Riquelme, Ronaldinho, che mi è sempre piaciuto molto, ma anche a Messi, e Neymar. Ho imparato guardando molti altri giocatori, come ad esempio Franco Vazquez quando ero a Palermo. Quando vado in campo cerco di essere sempre ben posizionato e prima che la palla mi raggiunga cerco di capire l’azione che posso fare. La trappola dell'egoismo? A volte ci cado anche io ma con il passare del tempo capisco che è meglio passare la palla a un compagno. Tevez? Mi dicono che ci somiglio per come artiglio la palla. Da bimbo ero egoista e viziato, perché volevo tutto per me ma poi ho imparato che è bello condividere, dà emozioni diverse. E sono migliorato». Poi Dybala allarga il discorso: «Quando vado in campo mi trasformo. Dicono che ho la faccia da bambino, ma dentro di me penso a giocare come fossi un trentenne. Sono giovane, cereto ma voglio crescere e diventare importante».  



BUFFON UN ESEMPIO - Dybala poi parla degli esempi ai quali ha fatto riferimento nel corso di questa stagione: «Buffon è un leader. Mi ha colpito da subito, trasmette voglia di vincere. A 38 continua a migliorare e questo ti dà forza interiore. Con lui in squadra è più facile vincere. Alla Juve, in questo club, impari che ogni giorno ti devi impegnare in battaglia. C’è gente che ha vinto tutto e che potrebbe rilassarsi e invece lotta per vincere sempre. Per uno di 22 anni è un esempio. Sapevo che non sarebbe stato facile, ma ho giocato e ha segnato più di quanto pensassi. Farlo con giocatori come Mandzukic, Morata, Zaza è stato facile. Ho giocato alla Tevez, ho giocato con gli artigli e sono libero di correre ovunque. Gattuso? Mi ha aiutato tanto e mi ha dato consigli, anche sulla posizione da tenere, per difendermi». Chiosa finale sulla convocazione in Nazionale: «Quando mi ha chiamato per la prima volta il ct Tata Martino mi tremavano le mani. Lo sognavo da quando sono nato».


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