Juventus: furia Buffon, Benatia gli risponde

Nervi tesi nello spogliatoio dopo la sconfitta interna contro il Napoli. Il portiere puntualizza: «C'è stato solo un confronto»
Juventus: furia Buffon, Benatia gli risponde© Juventus FC via Getty Images
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TORINO - Tensione Juve. La doccia fredda del gol di Koulibaly ha alzato la temperatura nello spogliatoio bianconero: in due partite, sono evaporati cinque dei sei punti di vantaggio sul Napoli che ora è un passo dalla squadra di Allegri. Logico, quindi, che gli animi fossero abbastanza surriscaldati al termine della gara. Rabbia e frustrazione, per una prova non da Juve. E tanta voglia di non abdicare. Il giorno dopo il rovescio nello scontro diretto è stato un susseguirsi di voci, spifferi, ricostruzioni, più o meno fantasiose. Il dato di fatto è che ci sarebbe stato un confronto dai toni accesi tra i giocatori, con la furia di Gigi Buffon a fare da sottofondo. Un richiamo in piena regola da parte del capitano che non ci sta a chiudere la carriera con un’altra beffa e a mani vuote. Il Mondiale sfumato nello spareggio con la Svezia, la Champions League svanita al 93’ con il rigore di Cristiano Ronaldo: ora c’è anche lo scudetto in bilico e questo nessuno se l’aspettava soltanto una settimana fa.

Ecco allora che Buffon avrebbe alzato la voce, richiamando il gruppo all’ultimo sforzo. Un altro sfogo, stavolta privato, nel chiuso dello spogliatoio, dopo quello ‘urbiet orbi’ del Bernabeu.

Parole forti, per dare una scossa e ripartire. Ci sono quattro partite da vincere per confermarsi campioni d’Italia, più la finale di Coppa Italia con il Milan per alzare il trofeo nazionale per la quarta volta consecutiva. Buffon non molla, vuole ricompattare il gruppo per provare a fare bottino pieno, che è l’unica strada per avere la certezza del settimo titolo consecutivo. Il numero 1 vuole rivedere, lui come tutto l’ambiente bianconero, lo spirito, la compattezza, il gioco, la forza mostrate contro il Real Madrid. Caratteristiche che hanno portato la squadra di Allegri a vincere 3-1 al Bernabeu e a sfiorare il clamoroso ribaltone. Dalle parole di Gigi sarebbe nato un confronto acceso tra le varie anime della squadra, tanto che, secondo alcune ricostruzioni, Benatia avrebbe risposto per le rime al capitano.

INSIGNE, FRECCIATA ALLA JUVE

LA PUNTUALIZZAZIONE - Intervistato ai microfoni di Juventus Tv, Gianluigi Buffon ricostruisce i minuti dopo la sconfitta casalinga contro il Napoli e in particolare il confronto nello spogliatoio con Benatia. «È quel tipo di gossip, palesemente inventato, che si portano dietro le sconfitte di squadre che sembrano non avere talloni d'Achille come la Juventus. - ha spiegato il capitano bianconero -. Si cerca così di destabilizzare un ambiente e minare le certezze e l'unione di un gruppo. Sicuramente, com'è normale che sia e com'è sempre successo da quando sono alla Juve, trovo logico e doveroso confrontarsi e questo è accaduto, ma nessuno, almeno nei miei diciassette anni di Juventus, si è permesso di puntare l'indice verso qualcuno colpevolizzandolo per una sconfitta un errore e questo, fino a quando sarò capitano di questa squadra non accadrà mai. Aggiungo che Medhi è un ragazzo estremamente rispettoso e che ha sposato la nostra causa con educazione un modo di stare nel gruppo eccezionali. Mi spiace essere costretto a puntualizzarlo, ma devo farlo, perché in presenza di certe notizie, se non calunniose, quanto meno false, credo che una precisazione sia dovuta per tutelare il gruppo e Medhi, che è un ragazzo splendido».

LO SCUDETTO - Buffon indica la ricetta per condurre in porto il settimo scudetto: «Abbiamo dilapidato cinque punti importantissimi negli ultimi giorni, ma siamo sempre primi seppur con un margine di vantaggio risicato. Dobbiamo cercare di portarlo a fine corsa, questo è il nostro obiettivo e il nostro dovere. Una rincorsa di nove mesi come quella di quest'anno porta un enorme dispendio di energie fisiche e mentali, ma ora mancano venti giorni alla fine e quindi dobbiamo arrivare al limite delle nostre potenzialità. Se poi gli altri saranno più bravi di noi faremo loro i complimenti, perché in un campionato di 38 partite chi vince, l'avrà meritato. Ma questo è un pensiero ancora molto lontano».

L'INTER - All'orizzonte c'è la gara con l'Inter, ma non sarà l'unico spartiacque di questo intenso finale di stagione: «Quella con l'Inter è una sfida decisiva, ma lo saranno anche quella con il Bologna, con la Roma, il Verona... E ci sarà la finale di Coppa Italia Sono venti giorni nei quali dobbiamo tornare in campo con ferocia e “brutalità sportiva” e nei quali dovremo essere tutti uniti, altrimenti si fa il gioco degli avversari e di chi, nei pochi nostri momenti di difficoltà, ha sempre cercato con notizie tendenziose di creare dei problemi, senza mai riuscirci. Noi come squadra e il popolo juventino dobbiamo compattarci e creare quel muro di protezione che ci permetta di vivere questi venti giorni da vera Juve».


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