TORINO - Nel giorno più strano, quello del pareggio che non ti aspetti, la dimostrazione pratica di una teoria che si sente da settimane: è vero, Cristiano Ronaldo fisicamente ha meno dei suoi 33 anni. Migliore in campo, con il quinto gol in campionato, un palo di testa che è ancora lì che trema, una partita da assoluto protagonista in cui più volte non ha trovato solo per un soffio la doppietta che avrebbe fatto felice la Juve.
SOGLIA - Uno così non poteva non raggiungere un altro traguardo. Ieri il suo 1-0, a due passi dalla linea di porta ma non facile facile come il primo in Italia segnato al Sassuolo, gli è valso quota 400 nei 5 campionati top d’Europa, traguardo mai centrato prima. E pensare che in queste settimane, dopo 12 anni almeno, non fibrillerà più di tanto nell’attesa del Pallone d’Oro di dicembre, trofeo che nell’anno del Mondiale e con la Francia campione andrà quasi certamente a uno tra Griezmann e Mbappé. Però Ronaldo è ancora lui, non certo un giocatore sulla via del tramonto. Scatta come un ragazzino, i doppi passi sono quelli di dieci anni fa, in elevazione arriva più in alto di tutti, tira e crea occasioni con la frequenza dei più grandi. Insomma, se non dovessero sod- disfare le 5 reti in poco più di 9 partite giocate in bianconero, con Cristiano anche il famoso occhio ha tutta la parte che vuole. Per credere: 11 conclusioni contro il Genoa.
COPPA - Ora ecco il secondo ritorno da brividi. Aveva vissuto il primo da ex in Spagna a Valencia, tra le lacrime per il rosso ingiusto - quello che gli è costato il minutaggio totale e il pieno di presenze - e un senso profondo di ingiustizia, come fosse finito nel mirino dell’Uefa tra premi mancati e espulsioni inventate. Tra due giorni, invece, sarà tempo di Old Trafford, lo stadio che è stata casa sua per sei anni e dove con Ferguson come maestro ha mosso i primi passi da migliore del mondo.
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