Mandzukic incarna lo spirito della Juve

Mandzukic incarna lo spirito della Juve© ANSA
Alberto Polverosi
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Alla Juve il dubbio non si è mai posto. Quando era necessario cedere un attaccante per far entrare Ronaldo, nessuno ha pensato che fosse Mandzukic a partire. Anche se il suo ex compagno d’attacco aveva il gol più facile. Vista la deludente stagione rossonera di Higuain, si può dire che sia stata una scelta azzeccata, ma Allegri lo direbbe anche se il Pipita fosse il capocannoniere della Serie A. Per lui Mandzukic è oltre a tutti. Anche dell’argentino, che non ha proprio il senso di squadra del croato.

Mario spunta alle spalle come uno scoiattolo, eppure è più vicino a un bisonte. Sovrasta in silenzio, schiaccia chi gli sta davanti, carica con una furia spaventosa, attacca con forza, difende con rabbia. Uno così non si dovrebbe definire uomo-squadra, ma squadra-uomo, solo che gioca nella Juventus, qui la Squadra ha la “S” maiuscola e allora anche per Mandzukic ci dobbiamo frenare. Ma su un punto vogliamo insistere: incarna la Juve, il suo spirito, la sua natura, come Chiellini. Solo che Giorgione è italiano e gioca in bianconero da 13 anni, il processo di juventinizzazione è stato più semplice, mentre Mario è croato e alla Juve è arrivato 3 anni e mezzo fa. La sua partita è prima di tutto una lotta. Poi, in più di Chiellini, ci mette la tecnica e ci mette ovviamente i gol.

Sempre per non esagerare, avendo la Juve un giocatore come Ronaldo non possiamo dire che Mandzukic sia il più forte della squadra di Allegri. Ma è il più concreto, il più determinato, il più utile. Come Chiellini, appunto. Non a caso sono i due punti fermi di Max. Il croato ha segnato a tutte le grandi squadre, le grandi di fatto e le grandi di nome, ha piegato la Lazio, il Napoli (doppietta), il Milan, l’Inter, la Roma, è come una scossa elettrica per chi si avvicina alla Juve. Ha già fatto 8 gol, gliene mancano solo 3 per fissare il record da quando è bianconero. Ne segnò 10 al primo campionato, 2015- 16, aveva trent’anni. Ora ne ha 33 e continua a migliorare.

Due anni fa, per fare spazio a Higuain al centro dell’attacco, toccò a lui spostarsi sulla fascia sinistra. Ma per Allegri non era un ripiego, era una soluzione. Non voleva rinunciare in nessun modo a Mandzukic, gli chiese di muoversi sull’esterno e Mario interpretò quel ruolo con forza, qualità e soprattutto umiltà. Attaccava come una punta e difendeva come un terzino. Quest’anno, con Ronaldo in squadra, Allegri ha trovato un altro assetto, ma quando ce n’è bisogno (come nel secondo tempo contro la Roma), Mandzukic torna a riempire la fascia, da ala e da terzino.

E’ il giocatore in più della Juve, è l’uomo che determina, che crea, che protegge la difesa. Sbaglia pure lui, come no, ma quando succede non è mai per superficialità o peggio ancora per supponenza. Non dà mai niente per certo finché non è certo. E’ un giocatore straordinario che Allegri si tiene stretto. Se un giorno gli chiederanno di scegliere fra lui e Ronaldo nessuno si sorprenda se la risposta di Max non sarà così scontata... 


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