Il Tar del Lazio a gamba tesa nella vicenda Juve: i possibili scenari

Si discute sul vizio che annullerebbe l’intero processo: la Figc verso il ricorso
Il Tar del Lazio a gamba tesa nella vicenda Juve: i possibili scenari© ANSA
Giorgio Marota
4 min

ROMA - Il Tar del Lazio entra a gamba tesa nella vicenda Juve, chiededo alla Covisoc di mostrare la lettera inviata dal procuratore federale Giuseppe Chiné il 14 aprile 2021, che potrebbe determinare un clamoroso vizio procedurale nel processo che - nella fase di rievocazione - ha portato al -15 inflitto ai bianconeri. Il condizionale è ovviamente d’obbligo, ma intanto il giudice amministrativo si è pronunciato con una sentenza che potrebbe avere un peso rilevante nel ricorso al Collegio di Garanzia contro la penalizzazione.

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Nota 10940

Secondo la procura, la nota non costituisce atto d’indagine e, proprio per questa ragione, non è stata messa agli atti del processo nonostante le richieste delle difese di poter visionare il documento e il fatto che nella prima chiusura delle indagini sportive la nota sia stata indicata ma non allegata. Perché i legali della Juventus (Bellacosa, Sangiorgio, Clarizia e Paolantonio) tengono così tanto a uno scambio di comunicazioni tra l’accusa e la commissione di vigilanza sui club? Il motivo è semplice: se in quel documento ci fosse davvero la prima notizia di reato sulle plusvalenze, Chiné avrebbe dovuto iscriverla nell’apposito registro entro 30 giorni (e non l’ha fatto), avviando fin da quel momento il procedimento. Gli 007 federali etichettano invece la nota n. 10940 come un banale «chiarimento interpretativo» ad ampio raggio, dicendo di non essersene avvalsi nelle indagini, al punto che il primo deferimento è di ottobre 2021 ed è nato da una successiva segnalazione ufficiale, sempre della Covisoc. «La procura dialoga costantemente con gli altri soggetti federali, ma il procedimento comincia quando c’è una notitia criminis, e in quel caso ancora non c’era» ha spiegato Chiné davanti ai giudici ogni volta che la questione è stata sollevata. Se il contenuto di quella mail certificasse, invece, un errore nelle tempistiche, il Collegio presieduto potrebbe annullare la stangata della Corte senza alcun rinvio, scrivendo la parola fine sul filone plusvalenze bis.

Ricorso

Fatto sta che il documento della discordia è rimasto fin qui secretato. Il ds Federico Cherubini e l’ex dirigente Fabio Paratici hanno presentato il ricorso direttamente al Tar e la Figc si è costituita in giudizio, rivendicando il concetto di “pregiuziale sportiva” e facendo presente che prima di uscire dai confini dello sport ci si sarebbe dovuti rivolgere alla giustizia endofederale (Tribunale e Corte), e poi al Collegio. Possibile, a questo punto, un ricorso al Consiglio di Stato più per il rispetto della forma che per il contenuto stesso della nota, considerato appunto non rilevante in ambienti federali. Il Tar, con il provvedimento firmato dal presidente della sezione prima ter, Arzillo, ha ordinato alla Covisoc l’invio del documento entro 7 giorni, poiché «è evidente l’interesse all’accesso difensivo nel caso in esame». Della serie: se quella nota dovesse certificare un vizio procedurale, andrebbe visionata subito perché renderebbe “improcedibile” nel merito anche la revocazione, cioè uno dei 9 punti sui quali - come abbiamo anticipato nei giorni scorsi - si concentra il ricorso bianconero in terzo grado. Intanto, nelle prossime ore Chiné chiuderà l’indagine sulla manovra stipendi e sulle “partnership opache”: da quanto filtra, sarebbe pronta un’altra stangata.


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