Ledesma: «Alla Lazio vissuti anni indimenticabili»

L'ormai ex centrocampista biancoceleste ha salutato tutti: «Nove anni incredibili, porterò tutti nel cuore»
Christian Ledesma: 318© Bartoletti
Daniele Rindone
3 min

ROMA - Nove anni rivissuti in meno di un’ora. Nove anni di Ledesma e la Lazio, una delle ultime storie d’amore di un calcio sempre più freddo e distaccato. Una storia d’amore vissuta a senso unico negli ultimi tempi...: «Non voglio pensare al finale, penso a questi nove anni vissuti intensamente. Viverli a Roma, nella Lazio, significa viverli doppiamente rispetto ad altre parti. La vittoria più importante è l’affetto della gente, è vedere tante persone a questa conferenza stampa, persone conosciute grazie a questa maglia e a questi colori». Cristian ha salutato i tifosi in conferenza stampa, ha parlato all’hotel De Russie, in pieno centro a Roma: «L’affetto che mi sta dimostrando la gente laziale da due mesi scavalca i gol nei derby e la vittoria dellultima Coppa Italia. E’ questo che ti gratifica a livello personale, è quando ti dicono che ti ammirano come persona. E’ il trionfo più bello per me».

Si è incontrato alle 14,30 con Lotito, ecco com’è andata: «Il 29 giugno ho sentito il presidente Lotito, mi ha chiamato, mi ha cercato, ci siamo visti solo oggi per diversi impegni, miei e suoi. Ci siamo parlati, ha esposto il pensiero della società. Mi ha chiesto, al di là delle idee del club, cosa volessi fare io. Non si è arrivati a parlare di rinnovo, mi ha anche spiegato che la società sta seguendo la linea del ringiovanimento della rosa e punta ad abbassare il monte stipendi. Ma se mi avesse detto rimani alle stesse cifre avrei detto no, non è ciò che voglio a 32 anni». Cristian si è sentito escluso ad inizio stagione, le scelte di Pioli erano chiare: «Con Lotito sono stato molto sincero, come sempre. L’ho ringraziato, a parte tutto con lui ho sempre avuto un rapporto, quando c’era da sistemare qualcosa ci siamo trovati uno di fronte all’altro. Era importante parlarsi, ma un altro anno così non l’avrei sopportato. Voglio giocare, mi manca troppo il campo». Ha parlato con Lotito, ma con il diesse Tare non è mai scoppiato l’amore: «Con Tare non ho mai avuto rapporto né da giocatore né da dirigente, né buono né cattivo, non ho mai instaurato un rapporto personale. Lotito mi ha detto che le porte della Lazio saranno sempre aperte per me, questo mi ha reso felice. Mi piacerebbe in futuro allenare i bambini». Ballardini (il tecnico che lo escluse su ordine del club) e Pioli (il tecnico che l’ha utilizzato col contagocce nell’anno a scadenza) non rimarranno nei suoi ricordi: «A me non è stato detto niente, è importante dire le cose come stanno. Ma parlando con l’allenatore nel ritiro di Auronzo ho capito che sarebbe stato un anno duro. Non sono un ragazzino di 17 anni, certi meccanismi li conosco, penso di sapere come vanno». E ora? Cosa farà? Lo vogliono in Inghilterra, potrebbe firmare con il Watford: «Sarebbe molto difficile vedermi in un’altra città italiana, con un’altra maglia, ma non ho detto che è impossibile. Può esserci la possibilità di rimanere vicino a Roma, ma per adesso non si è palesata. Punto all’estero, vorrei che i miei figli facessero una esperienza del genere, può farli crescere e maturare. Questo è un arrivederci, io e la mia famiglia abbiamo la Lazio e la città di Roma nel cuore. Forza Lazio, sempre». Arrivederci, Cristian.


© RIPRODUZIONE RISERVATA