«Lazio, Pioli come mio padre Maestrelli»

Parla il figlio del Maestro, Massimo: «Calcio aggressivo e anche piacevole ed è una bella persona»
Lazio, Pioli è Mister rimonta: i precedenti prima del St.Etienne
Daniele Rindone
2 min

ROMA - Ieri il Maestro avrebbe compiuto 93 anni. Tommaso Maestrelli è stato ricordato da tutto il mondo della Lazio. Massimo, suo figlio, ha ringraziato il popolo biancoceleste: «Sono sempre contento per l’affetto che dimostra il popolo laziale nei confronti miei e della mia famiglia. Qualche giorno fa, in Sardegna, un guardalinee ha fermato mio nipote. Oggi i giovani hanno troppa pressione, il calcio è cambiato molto... Ricordo ancora con emozione la volta in cui, tornando da Ponte Milvio, ascoltai via radio un gol segnato da Giorgio Chinaglia, fu una sensazione bellissima». Lo dicono in tanti, l’ha detto Pulici, ne è convinto Massimo Maestrelli. Pioli assomiglia al Maestro: «L’allenatore che mi piace più di tutti è Pioli perché mantiene sempre equilibrio, tra l’altro è stato premiato in una manifestazione organizzata da mio fratello l’anno prima di approdare alla Lazio. La squadra piace perché è piena di giovani. E’ bella in prospettiva, sta preparando qualcosa che potrebbe portare i suoi frutti anche nei prossimi dieci anni. In tanti vedono in Pioli la figura di mio padre e devo dire che per certi versi si assomigliano. Hanno un modo simile di intendere il calcio, aggressivo e piacevole, anche come uomo ci sono delle analogie. Pioli è una bella persona e avrà modo di dimostrare tutto il suo talento».

Giorgio Chinaglia junior, figlio di Giorgione, dagli Usa ieri ha twittato un messaggio in ricordo del Maestro. Altri ricordi. Massimo Maestrelli è intervenuto a Lazio Style Radio ed anche alla trasmissione “I Laziali sono qua”. Quanti ricordi, eccone altri: «Tornavamo a casa in macchina dopo la partita, lasciavamo il pullman a Tor di Quinto e poi rincasavamo con papà. Era un nostro momento speciale. Succedeva anche al Foggia, negli spogliatoi attimi d’intimità che per un figlio sono indimenticabili. E poi ho un ricordo particolare. Quando mio padre era ormai vicino alla fine mia madre ci anticipò di voler tornare a Bari, lì dove c’erano le sue sorelle e tutti i suoi parenti anche per avere un aiuto per crescerci. Mio padre prima di morire le chiese di lasciarci a Roma perché sapeva che la città ci avrebbe amato e cresciuto. Era sicurissimo dell’affetto della gente laziale».

 


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