Lazio, ecco il calcio di Prandelli

La qualità su tutto, con possesso palla e intensità: così giocano le squadre di Cesare. Non ha un modulo-base, li cambia spesso
Lazio, ecco il calcio di Prandelli© Bartoletti
Alberto Polverosi
4 min

ROMA - Se la domanda è “come gioca Prandelli”, la risposta è ampia e sintetica al tempo stesso: Prandelli gioca a...tutto. Gioca a tre (poco) e a quattro in difesa; gioca con un solo regista o col doppio regista; gioca attaccando con le ali o sfruttando il trequartista; gioca (ha giocato) col 3-5-2, il 4-4-2, il rombo, il 4-2-3-1, il 4-3-2-1, il 4-3-3. Gioca pensando alle caratteristiche dei giocatori.

Gioca bene e l’unica volta in cui non c’è riuscito, s’è dimesso. E’ accaduto in Brasile, dopo due pessime prestazioni con Costarica e Uruguay che fecero seguito alla partita della grande illusione, quella con l’Inghilterra, una partita splendida, in linea con l’Europeo di due anni prima.  

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IL CENTROCAMPO...ROTANTE - Prandelli è un trasformista. Ama cambiare da una gara all’altra e dentro la stessa partita. Nelle cinque stagioni di Firenze non ha mai smesso di modificare l’impianto tattico, anche se un porto sicuro ce l’ha sempre avuto: il rombo.

Se ha centrocampisti di qualità, li schiera tutti insieme. Come faceva da ct, avendo a disposizione Pirlo, De Rossi, Marchisio e Montolivo. A turno, secondo i momenti della partita, potevano fare tutti il regista, l’interno o il rifinitore. Lo chiamavano il “centrocampo rotante”. Con quel quartetto, fece saltare in aria la Germania nella semifinale di Euro 2012. Non ha bisogno del mediano classico (del Gattuso della situazione) per trovare l’equilibrio, ci riesce con la meccanica dei movimenti. 

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IN ATTACCO - Alla difesa a tre c’è arrivato con la...Juventus. Ma è stato un processo lungo e tormentato, è un sistema di gioco che a Prandelli non piace granché. «Quando gli allenatori che mettono la loro squadra con la difesa a 3 prendono un gol e vanno in svantaggio, cambiano sistema, tolgono uno dei difensori, inseriscono un attaccante e passano al 4-2-3-1 o al 4-3-3. Questo perché, evidentemente, lo ritengono un modulo più offensivo. E a me piace giocare in attacco», questa è una delle regole dell’ex ct. Ce n’è un’altra che fa capire quanto ami quel calcio offensivo. Alla vigilia di Repubblica Ceca-Italia, che valeva per la qualificazione a Brasile 2014, il ct dei cechi, Bilek, disse di conoscere il punto debole dell’Italia. Prandelli gli rispose: «So a cosa si riferisce, noi pressiamo alti e a volte ci scopriamo. Ma se devo per forza prendere un gol, preferisco prenderlo in contropiede perché vuol dire che stiamo attaccando». Il possesso palla è la base, l’intensità è il passaggio successivo.

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