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ROMA - Il derby Lazio-Roma non è per niente finito. La Procura Federale della Figc, guidata dall'ex prefetto Giuseppe Pecoraro, ha appena aperto un procedimento sulle frasi di stampo razzista pronunciate dal difensore bosniaco della Lazio Senad Lulic nei confronti del romanista Rüdiger subito dopo la conclusione del derby. Lo rivela l'Ansa in un lancio d'agenzia. Il fascicolo a carico di Lulic è stato aperto dopo le durissime parole nei confronti del difensore tedesco nell'immediato dopogara ai microfoni di Mediaset Premium. "La sua provocazione dopo il gol? Lui già parlava prima della partita. Due anni fa a Stoccarda vendeva calzini e cinture e adesso alla Roma fa il fenomeno. Non è colpa sua, è colpa di quelli che stanno intorno a lui e che fanno crescere un ragazzo maleducato. Lasciamo stare queste provocazioni che capiteranno anche in futuro".
POLEMICHE E GIUSTIZIA - Uno sfogo pesante e fuori luogo, quello del bosniaco, da cui subito la Lazio si era dissociata, attraverso il portavoce Arturo Diaconale, anche a nome del giocatore che però subito dopo in zona mista, a precisa domanda dei cronisti, non si è scusato: "Chiedere scusa? No, lasciamo stare. Se è una frase razzista? No, anche noi bianchi vendiamo calzini". A freddo, 24 ore dopo il fischio finale di Banti, Lulic è poi tornato sui suoi passi, senza però mai proferire scuse ufficiali nei confronti di Rüdiger: "A mente fredda mi rendo conto di aver risposto ad una provocazione con un'altra provocazione. Provengo da un paese che conosce le tragedie causate dai pregiudizi etnici. Per questo mi dispiace di essermi fatto prendere dalla tensione del dopo derby e di essermi espresso in maniera infelice", le sue parole sul profilo Facebook. Lulic rischia fino a 10 giornate di squalifica se le sue dichiarazioni saranno ritenute dalla giustizia sportiva di stampo razzista.