Premio Lazialità, Radu: «26 maggio? Rimarrà nella storia»

Tanti premiati all'evento che riunisce tutti i componenti del mondo Lazio che hanno dato un contributo importante alla causa biancoceleste. Della storica data parla anche Tare: «Quello che rimane sempre nel mio cuore è la vittotia in Coppa Italia»
Premio Lazialità, Radu: «26 maggio? Rimarrà nella storia»© Bartoletti
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ROMA - Nella serata di oggi, presso il Teatro Ghione a Roma è andato in scena il Premio Lazialità. L'evento nasce per riunire tutti i componenti del mondo Lazio che hanno dato un contributo importante alla causa biancoceleste. Tra i premiati ci sono Paolo Negro, Giuseppe Pancaro, Giuliano Giannichedda, Roberto Cravero, Stefan Radu e Igli Tare. Proprio il ds della Lazio ha lasciato alcune dichiarazioni dopo aver ricevuto il premio:

«Come arrivai da giocatore? Ero in vacanza in Sardegna, giocando a calcetto si avvicina Antonelli che mi dice se voglio venire a giocare alla Lazio. La prima chiamata con Lotito: ‘Aho, prendi un aereo, ti aspetto qui’. La Lazio è entrara nel mio sangue, ho fue figli laziali. È un orgoglio far parte di una società così gloriosa. L’episodio più bello nella storia della Lazio? Quello che rimane sempre nel mio cuore è la vittotia in Coppa Italia».

PARLA RADU - Dal suo arrivo in biancoceleste alla vittoria nella finale di Coppa Italia contro la Roma, anche Radu ha raccontato la sua esperienza con la maglia della Lazio: «Sono arrivato a Roma nel gennaio 2008. Sono venuto in prestito, poi il presidente ha confermato il transfer. Le presenze sono tante? Sì ma si può fare di più. Wilson sta a più di 400, irragiungibile? E’ un obiettivo, dipende dal presidente se mi rinnova il contratto. Che ti è successo? Gli infortuni abbassano il rendimento, adesso abbiamo un grandissimo gruppo. In Romania sono cresciuto in curva, mi piace sempre festeggiare con i tifosi. 26 maggio? Una coppa che rimarrà per la vita, per la storia. È stata una settimana difficile, in ritiro a Norcia non si dormiva. C’era grande tensione, i ragazzi della curva dono venuti e vi hanno detto: ‘Se non vincete, scappate’. Finisci qui la tua carriera? Si, sicuramente si. Nazionale? Purtroppo ho preso la mia decisione…».


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