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INVIATO A CARNAGO. Sul «made in Italy» non c’ niente da dire. Mihajlovic sta tenendo fede, insieme al rinnovamento e al ringiovanimento della «rosa», alle premesse e alle relative promesse fatte al presidente Silvio Berlusconi il 3 luglio 2015 quando venne presentato a Casa Milan. Peccato che manchi solo il risultato sportivo. Per nulla scontato, nemmeno il minimo sindacale dell’Europa League, perchè da questa sera Eusebio Di Francesco insidia Mihajlovic anche in classifica dopo la vittoria (3-1) sul Carpi del suo Sassuolo che adesso segue a un solo punto i rossoneri. Domani a Bergamo non sarà facile ottenere il successo perchè la squadra di Reja non è ancora sicura della salvezza e, comunque, davanti al proprio pubblico vuole fare un’ottima figura.
EMERGENZA. Le difficoltà causate dalla lunga pausa per le nazionali (Honda non ha recuperato in tempo a causa di un problema a un piede) consentiranno al tecnico serbo di poter stabilire un vero e proprio record di presenze italiane (ben 8) nella squadra titolare. Zapata e Bacca (Colombia) e Luiz Adriano (Brasile) riporteranno indietro le lancette del tempo quando, oltre 20 anni fa, gli stranieri ammessi a referto (18 giocatori) potevano essere solo 3. La novità assoluta è rappresentata dalla presenza di De Sciglio quarto a destra sulla linea mediana, proprio al posto di Honda.
DESTINO. Il futuro di Mihajlovic è sempre più legato e collegato alla volontà del presidente Berlusconi al quale il suo allenatore contesta la possibilità di poter essere giudicato solo al fischio di chiusura della finale di Coppa Italia contro la Juventus. Ma Mihajlovic guarda un po’ troppo in là. Il sesto posto in questo momento vale più di qualsiasi altra Coppa... Almeno garantisce un posto in Europa League. Battere la Juventus all’Olimpico non è certo un’operazione così semplice e scontata.