Milan, quel tabù del capitano: dopo Maldini solo dolori

Da Ambrosini a Montolivo e Bonucci, vita dura. Cercasi leader disperatamente
Milan, quel tabù del capitano: dopo Maldini solo dolori© ANSA
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MILANO - Ma è mai possibile che la fascia di capitano del Milan abbia un peso specifico così importante da condizionare leader di provata fede come Bonucci e, prima di lui, Montolivo? Così parrebbe, considerato il fatto che da quando ha abdicato (2009) Paolo Maldini, non c’è stata pace per chi l’ha indossata. A quei tempi il regolamento di Casa Milan imponeva una sola regola per decretare il capitano e il suo «vice»: gli anni di militanza rossonera e, in seconda analisi, il numero di presenze registrate. Ma questo non era mai stato un problema. Basti pensare che dal 1982 al 2009 (27 anni) il club rossonero ha avuto solo due capitani di lungo, lunghissimo corso: Franco Baresi (15 anni) e, appunto, Paolo Maldini (12). In questo caso non sono mai stati in discussione la caratura tecnica, il carisma e, soprattutto, la forte personalità di chi indossava la fascia.

TABÙ - Nel dopo-Maldini si sono alternati Ambrosini (2009-2013), Montolivo (2013-2017) e, appunto, Bonucci. Nessuno dei 3 è stato molto fortunato nel breve periodo nel quale ha tenuto la fascia. Solo Ambrosini aveva iniziato molto bene (Scudetto e Supercoppa d’Italia con Allegri) ma poi è stato costretto ad abbandonare il Milan che gli ha negato il rinnovo del contratto costringendolo a terminare la sua carriera alla Fiorentina. Dalla quale è giunto, quasi in contemporanea Montolivo riconosciuto, prima del burrascoso divorzio dalla Viola, quale leader di una squadra che aveva raggiunto una caratura internazionale. Ma qui al Milan non è riuscito a imporsi come avrebbe potuto e voluto.

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