Milan, serve cedere un top player: è Donnarumma il primo indiziato

Quella di Fassone è una corsa contro il tempo dopo la decisione della Uefa di bocciare il voluntary agreement: il rifinanziamento del debito è la priorità assoluta
Milan, serve cedere un top player: è Donnarumma il primo indiziato© LaPresse
2 min

ROMA - Corsa contro il tempo. Quella di Marco Fassone che, in realtà, ha già iniziato con largo anticipo a lavorare per consentire al Milan di poter riequilibrare il suo assetto finanziario. Il rifinanziamento del debito è una priorità che dovrebbe essere concretizzata in tempi brevi, al massimo entro febbraio. Anche perché l’Uefa ha ufficialmente dichiarato che terrà monitorata la situazione anche nei prossimi due mesi, prima di arrivare al settlement agreement di cui si inizierà a discutere nel mese di marzo. Il rifinanziamento sarà fondamentale non solo per spalmare il debito accumulato con il fondo Elliott (358 milioni comprensivi di interessi) in almeno 4-5 anni, ma anche per poter usufruire di qualche decina di milioni di euro in più da investire nel club.

DONNARUMMA - La sentenza dell’Uefa di ieri sulla mancata concessione del voluntary agreement potrebbe costringere il Milan a cedere uno dei suoi top player. Fra gli indiziati c’è anche  Donnarumma. Ma a questo proposito in serata lo stesso Fassone ha voluto precisare sul sito societario che «non c'è nessuna volontà del club di cedere Donnarumma. È un patrimonio umano, tecnico ed economico del club. Se un giorno verrà da noi a dirci che non ha più piacere di restare e che vorrà fare altre esperienze, saremo pronti ad ascoltare qualunque offerta arriverà. Basta che nessuno pensi che usi strane metodologie per farlo partire a un valore inferiore al suo reale valore di mercato, visto che è un patrimonio economico del Milan. Io e tutti gli altri dirigenti siamo qui per tutelarlo fino in fondo». L’ad ha ammonito Mino Raiola che aveva attaccato pesantemente Mirabelli: «Non c'è nessuna rottura, ho già visto questo gioco di mettere Fassone contro Mirabelli. Il Milan è uno, non c'è il Milan di Fassone, di Mirabelli e di Gattuso. Chiunque tocchi qualcuno, di tutti i collaboratori, tocca il Milan e tocca me. Io uso un linguaggio, Mirabelli uno, Gattuso un altro ma i contenuti sono per portare il Milan più in alto. Che non ci provino, il Milan è uno e non c'è il Milan di ciascuno di noi».

Leggi il resto dell'articolo sull'edizione del Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Milan, i migliori video