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ROMA - A Milanello l'allenamento si è aperto con un applauso della squadra a Patrick Cutrone, che oggi ha tagliato il traguardo dei venti anni, dopo aver già messo a segno 9 reti in questa stagione, più di André Silva e Kalinic: «Non me l'aspettavo a inizio stagione ma io in questi mesi ho lavorato in ogni allenamento per mettere in difficoltà il mister», ha raccontato l'attaccante che ha segnato l'ultimo gol pochi giorni fa nel derby di Coppa Italia: «Quella notte ho dormito solo due ore, quasi niente. La testa pensava continuamente all'azione del gol, all'esultanza e al dopo partita: è stata un'emozione indescrivibile. È il gol più bello della mia vita, anche se i due contro il Bayern Monaco non li dimenticherò mai», ha spiegato nelle interviste a PremiumSport e Milan Tv Cutrone.
GIOVANI - Proveniente dal vivaio rossonero come altri compagni di squadra, fra cui Gianluigi Donnarumma, l'attaccante ha affermato: «Penso che bisogna ripartire dai giovani adesso, e noi giovani dobbiamo dimostrare che possiamo cavarcela anche in una grande squadra, senza passare da squadre minori. Io non ho ancora fatto niente, è solo un punto di partenza», ha continuato il giocatore, ringraziando la famiglia («Ha fatti tanti sacrifici e mi ha sempre detto di tenere i piedi per terra e restare umile»), raccontando fra l'altro del primo autografo firmato («In Nazionale Under 15, dopo una tripletta alla Germania») e descrivendo il feeling in campo con Suso «una bella intesa: lui sa dove passarmi la palla e io so dove arriveranno i suoi cross. I miei movimenti in area sono determinati dalla voglia di far gol e dalla cattiveria. I paragoni con Inzaghi? Non mi sento di farne adesso. Inzaghi mi piaceva tantissimo per la voglia di fare gol e di non mollare mai».