Benitez non resta, il Napoli a Mihajlovic

Rapporto chiuso tra il tecnico spagnolo e il club azzurro: il presidente De Laurentiis ha già scelto il successore
Benitez non resta, il Napoli a Mihajlovic© Mosca
Antonio Giordano
4 min
NAPOLI - Addio: guardandosi negli occhi e riattraversando due anni a modo loro fantastici, vissuti da hombre vertical, come il calcio ammaliante di nottate indimenticabili. Ma è addio: perché le storie finiscono, a volte senza un perché (calcistico), ma con doveri che sono umani verso se stessi e princìpi che valgono. L’era di Benitez è ai titoli di coda, però prima che si consumi il congedo, in tre partite che sanno di prestigio, c’è la voglia matta di regalarsi ancora emozioni, di prendersi la (qualificazione in) Champions, di lasciare un’eredità non solo morale ma tangibile di ciò ch’è stato.

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PARLERANNO - Ma quando De Laurentiis e Benitez si incontreranno, sarà tutto ad entrambi molto chiaro e forse sarà anche inevitabile che si arrivi da una separazione nei fatti consensuale, senza strascichi, né venature malinconiche, perché il biennio ha rappresentato una «svolta», una crescita indiscutibile della dimensione internazionale d’un club che probabilmente s’è ritrovato persino al di là della sua stessa potenzialità. La ferita di Kiev è fresca e dolorosa e però non ha inciso in questa scelta di vita che è sussurrata dagli eventi, dallo scadenzario degli appuntamenti, dai silenzi reciproci, dal desiderio di «isolare» la squadra finché si può, per tenerla reattiva, incollata agli obiettivi, l’ultimo dei quali è il terzo posto, ancora raggiungibile nel caso di en plein.

LE SIRENE - L’Inghilterra chiama ma Benitez non risponde, se ne sta asserragliato in se stesso, ormai rivolto con i pensieri al Cesena, alla Juventus ed alla Lazio, l’avversaria sulla quale (aritmeticamente) il Napoli può principalmente fare la corsa: il resto è applicazione sullo studio dei propri pregi ed anche dei difetti, emersi in maniera nitida pure all’Olimpico di Kiev. Benitez è ambito, ha squadre di club che aspetterebbero, Nazionali che gradirebbero, ma ha innanzitutto il richiamo per quell’obiettivo che costituirebbe un risarcimento a se stesso per l’amarezza di giovedì sera: la finale di Varsavia rappresentava una sorta di ponte sul quale ondeggiare orgogliosamente, ma ora ch’è svanito il sogno, va tutelato il resto della stagione.

AMICI SEMPRE - Le prove di riavvicinamento di due settimane fa hanno avuto un peso ed anche un senso, hanno ristabilito la solidità di una stima che De Laurentiis e Benitez avvertono reciprocamente l’uno per l’altro: poi ci sono state le diversità ideologiche sulla gestione dei momenti (e del mercato), la differenti visioni su alcuni argomenti- chiave (in ultimo, la scelta del ritiro e del silenzio stampa), dettagli che costituiscono dinamiche d’un confronto tra personaggi autorevoli, ognuno per il ruolo che occupa. De Laurentiis ha capito (e da un po’) che sarebbe stato complicato riuscire a regalarsi ancora Benitez, ha rilanciato con una proposta assai osé - quattro milioni e quattrocentomila euro per un biennale, inizialmente; poi addirittura un triennale o un quinquennale - ma non è mai stata una questione economica a lasciare indugiare Benitez, piuttosto il desiderio di marito e di padre di vivere più al fianco della moglie e delle ragazze o comunque di poter essere per loro più facilmente raggiungibile.

TOCCA A SINISA - Poi verrà il mercato, ovvio, la necessità di dotarsi di figure di spessore che quest’anno sono mancate: Pepe Reina è il desiderio di De Laurentiis e la proposta è stata fatta e le valutazioni sono in corsa. La porta, dunque, dovrebbe essere consegnata allo spagnolo, con tutte le chiavi...

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