Napoli, è un Higuain mai visto: «Non voglio fermarmi»

È il suo miglior avvio di stagione: «Sarri mi fa sentire importante»
Napoli, è un Higuain mai visto: «Non voglio fermarmi»© Getty Images
Antonio Giordano
3 min

MILANO - E quando s’è preso il pallone che ha cominciato a pensare di scovare nell’«io» più profondo d’un talento sontuoso: perché l’idea, i geni, sanno come andarla a scavare nel nulla (apparente). E’ stato un lampo accecante, il tempo necessario per lasciar che il cervello trasmettesse al corpo e lasciasse scivolare sin dentro ai muscoli quella sublime interpretazione di sé, della fantasiosa, (pre)potente espressione di Gonzalo Higuain: che si è messo a danzare, da sinistra verso destra, ha accarezzato la sfera, l’ha tenuta lontana dai «nemici», lasciandoli fermi, inchiodati nell’erba, e poi, pum, interno-collo, con parabola perfidamente deliziosa che accarezza la rete, s’adagia all’incrocio e scatena gl’improbabili paragoni. «Non so se è il più bello, ma è uno dei più belli». E’ stato in quell’istante, un fotogramma incancellabile, che il calcio è tornato a divenire l’incanto, una folgorante rappresentazione da restare stupiti, quasi scioccati, certo storditi sino all’autocompiacimento umanamente ingovernabile di quel Pipita consapevole d’essersi spinto sino al capolavoro: «Mamma mia.....». Perché ci sono prodezze che valgono e altre che restano nell’immaginario collettivo e ora che Legia Varsavia-Napoli è semplicemente un dettaglio esistenziale, il paragrafo d’un anno intero, staccarsi dai video - sui social - o derubricare quel capolavoro come semplicissimo gol diviene sa di sciatteria. «Mi sento bene, fisicamente e nella testa; sono felice e la condizione mi aiuta: ho cominciato bene e non ho voglia di fermarmi». [...]

LUI E SARRI - Sei volte Higuain, spingendosi oltre se stesso, abbattendo il muro (antipatico) della statistica degli inizi stagione, stavolta prendendosi immediatamente il tempo e spargendo ovunque le tracce di un Higuain stellare, l’artista postmoderno d’un calcio ch’è strega e che Sarri gli ha cucito addosso: «Ho un ottimo rapporto con Sarri, che nelle prime settimane mi è sempre stato al fianco, facendomi sentire importante. Il successo di Varsavia può diventare fondamentale per la qualificazione, l’abbiamo ottenuto su un campo difficile, con tifosi che non hanno mai smesso di sostenere la propria squadra. Non era semplice farcela, noi ci siamo riusciti. E il gol, vabbè: mi hanno dato la palla, ho aspettato il momento giusto per tirare e per fortuna è andata bene». Semplicemente fantastico...

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