NAPOLI - Dal Chievo al Real: il futuro in venti giorni. Anzi meno, considerando che il ritorno di Champions è in programma il 7 marzo: diciassette giorni oggi, per la precisione. Un periodo breve ma estremamente delicato e faticoso - tra la trasferta di Verona, l'Atalanta, la Juve in Coppa Italia e poi la Roma - che però darà la misura di quello che la squadra di Sarri è in grado di fare. Per il presente e per il futuro.
Le polemiche e la sconfitta di Madrid hanno fatto certamente male, però le gambe degli azzurri sono ancora solidissime: niente contraccolpi, niente drammi e soprattutto una carica infinita. Quella che Sarri ha dato al gruppo subito dopo la partita: lui ci crede. Sì, crede nei suoi ragazzi e nell'impresa e lo ha detto a chiare lettere alla squadra sin dalla prima riunione post Real. Carattere galactico.
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LA REMUNTADA - Il tecnico, coerente con se stesso e con le proprie idee anche al Bernabeu, è tornato da Chamartìn più convinto che mai: perdere non piace a nessuno, per carità, ma lui ha una voglia matta di dimostrare che i suoi ragazzi possono ancora inseguire l'epica. E come l'allenatore, anche Reina e colleghi: ecco, se c'è una cosa venuta fuori dalla notte di Champions è l'assoluta compattezza dello spogliatoio.
E d'accordo Maradona e il suo mito, ma è Sarri in persona ad aver dato il via alla lunga vigilia chiedendo alla squadra di provarci con tutte le forze. Sì: il tecnico ha da un lato imposto ai giocatori di non perdere di vista i prossimi impegni, Chievo in testa, ma contemporaneamente ha spiegato fermamente di credere nella rimonta. Nella remuntada. E non è presunzione e neanche follia, perché la difficoltà è chiara anche a lui, però Sarri farà di tutto per tener testa al Real. Forte anche di un San Paolo da brividi.
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