Lippi vota Napoli: «Può essere l'anno dello Scudetto»

L'ex ct della Nazionale commenta il cammino delle contendenti alla vittoria del campionato: «Sarri straordinario in trasferta, Roma e Inter si sono perse per strada». Su Dzeko: «Se va a Londra? Non sarebbe male puntare su Schick e Defrel»
Lippi vota Napoli: «Può essere l'anno dello Scudetto»
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ROMA - «È un campionato interessante: quest'anno sembra esserci una contendente molto qualificata e convinta come il Napoli, mentre le altre due - Roma e Inter - si sono un po' perse per strada. Anche se non è da escludere un loro ritorno, come anche quello della Lazio. Se così non fosse vedremo un bel Napoli-Juve fino alla fine». Così Marcello Lippi, parlando a Radio anch'io lo sport, in onda su RadioRai, sulla lotta per lo scudetto.

«Potrebbe essere l'anno giusto per il Napoli? Certo. Prima di tutto, perché è primo in classifica e poi perché ci crede; anche se avrà un po' di problemi con l'Europa League o con la rosa non troppo ampia. Però ha un ruolino di marcia straordinario in trasferta, pertanto la candidatura del Napoli è autorevolissima», aggiunge.

MERCATO - In casa Roma si respira un po' di fermento in questa sessione invernale di mercato, in particolare per quel che riguarda il pacchetto di uscite: «Di Francesco è appena arrivato e, sia pure in mezzo a tanto scetticismo, ha organizzato la squadra, coinvolgendo i giocatori dal punto di vista tecnico-tattico. Non era facile, ma c'è riuscito, perché si vede che credono in quello che fanno. Vediamo adesso cosa uscirà dal mercato. Se mi vendessero Dzeko non so se mi arrabbierei. Potrebbe essere anche una cosa bella puntare tutto su Schick e Defrel». Sull'Inter: «Attenzione perché può rientrare nella corsa-scudetto dopo il mercato». Mentre la Lazio «ha avuto un ruolo importante e Simone Inzaghi ha fatto il resto: lui è bravo in tutto».

SMETTO QUANDO VOGLIO - L'allenatore campione del mondo apre una parentesi sul suo ex portiere della vittoria di Berlino, Gigi Buffon: «Come ho detto per altri, qualsiasi cosa farà, la farà bene. Parliamo di persone che sono capaci di coinvolgere emotivamente chi gli sta vicino e diventano dei leader immediatamente. Se lo dovessi sentire, gli direi di finire quando desidera finire, perché credo che in fondo in fondo il record di presenze in A gli possa interessare, e quando avrà finito di giocare, fermarsi un paio d'anni, godersi la famiglia, staccare e pensare bene a quello che vorrà fare».

FIGC - Sulla questione relativa alle elezioni in Figc il tecnico di Viareggio dice la sua: «Il calcio esiste da 100 anni, l'Italia ha vinto 4 volte il Mondiale e per due volte non si è qualificata. Si rosica ma si riparte. Ma è sempre la societa che ha il ruolo più importante, che sceglie i protagonisti. E in questo caso bisogna fare una società, una Federazione, con delle persone che conoscono il calcio». Negli anni scorsi Lippi è stato vicino a tornare all'interno della Federazione: «assieme al presidente del Coni avevamo trovato l'accordo perché diventassi il supervisore tecnico. Erano tutti d'accordo, poi prima di firmare e presentare Ct e Dt è venuta fuori una nuova regola nella quale c'era scritto che un procuratore non poteva esercitare la sua professione se aveva un parente in Federazione o in una squadra affiliata. Mi è sembrato un po' strano firmare un pre-contratto e poi scoprire che chi aveva firmato quello statuto non si ricordava di quella regola».

VAR - «Il Var è uno strumento nuovo, moderno, che tutti volevano e che ha fatto per l'85% delle cose importanti e per il 15% ha sbagliato... ma per le cose nuove si può accettare». Marcello Lippi dunque promuove la tecnologia in campo, sicuro che «ciò che conta è la qualità delle persone che prendono le decisioni».


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