Napoli sempre più forte: quanto può guadagnare con scudetto e Champions

I grandi risultati generano ricavi che alimentano nuovi progetti
Napoli sempre più forte: quanto può guadagnare con scudetto e Champions© LAPRESSE
Antonio Giordano
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Non si mettono le mani nelle tasche altrui, né si fanno i conti in giro per il mondo: però quando dicevano che anche i ricchi piangono, ci misero un bel po’ di fantasia. Forse sono cambiati anche i tempi, il pallone l’hanno gonfiato bene di danaro, e adesso che c’è questo calcio 3.0, per passarsela bene, si direbbe di lusso, non è necessario avventurarsi in operazioni discriminatorie - la chiamavano Superlega - ma basta farsi un giretto lungo in Champions e candidarsi con un + 13 di vantaggio alle primarie per lo scudetto. Sarà comunque vero che i soldi nella vita non sono tutto, altrimenti in che forma di “materialismo” si starebbe, ma non si può negare che avendone, e persino tanti, si riesca a vivere assai meglio, praticamente nel lusso che attende il Napoli. È stato bello, fino ad ora, regalarsi quattordici anni d’Europa, una esistenza brillante che solo per dettagli non è finita avvolta in un maestoso drappo verdebiancoerosso, però stavolta c’è di tutto e di più, nonostante la Rai sia evaporata, con diritti televisivi che ingigantiscono le forme e le dimensioni di un benessere che si può apprezzare. È tutto merito del Progetto, certi miracoli non avvengono per caso, e in quella Filosofia c’è altro: la lungimiranza, la visione, la competenza, il coraggio di osare, di sradicare i miti per sistemarci qualche quadrifoglio. E se la fortuna ci ha aggiunto del suo, c’è quella storiella sui generali, che Napoleone li preferiva fortunati, mica bravi.

Il tesoro

Per due anni, dal 2019 al 2021, il Napoli ha avvertito gli effetti della crisi economica, un gap che il Covid ha amplificato, facendo tremare i bilanci d’un club che ha potuto fronteggiare pandemia e assenza dalla Champions attraverso la capacità di amministrarsi. Però adesso che il peggio è passato, e dopo essersi rivoluzionato “dentro”, la felicità è rappresentata da questa opulenza che si intravede tra i libri bianchi che ornano il futuro: la Champions, che ha già dato, promette altro e induce a vagheggiare miniere. Per cominciare, i primi bonifici sono gratificanti - 15 milioni e 640mila euro per la fase a gironi; altri 14 milioni dalle cinque vittorie - ma al meglio non c’è mai fine e gli ottavi varranno 9,6, i quarti varrebbero 10,6, le semifinali 12,5, la finale 15,5 con altri 4,5 che starebbero nascosti nella Champions del vincitore. Ma la Champions è una valle dei sogni nella quale tuffarsi a braccia spalancate, non ha limiti nella sua generosità, concede benefit che stordiscono, può valere - infilandoci il ranking storico, il cosiddetto market pool, qualcosa di terribilmente astratto e di gioiosamente concreto, e tutte le variazioni dei casi (dipende anche da quanto andranno avanti Inter e Milan, mentre la Juve è già fuori) - una somma che oscillerà dai 66 milioni e 732mila euro già assicurati sino ai 117 milioni e 252 mila euro che rappresenterebbero il non plus ultra, una pioggia di monete in caso di trionfo.

Campioni di taglia

Insomma, sono biglietti di taglia grossa, enorme, gigantesca, una specie di zecca del football che ripaga degli sforzi degli investimenti e delle fatiche di domare i budget del monte ingaggi e consente di continuare a guardare lontano, perché - lo dicono spesso i padroni del pallone - «vedere denaro, dare cammello». Tra le dune di questo calcio, lo scudetto è una risorsa pure economica, non rappresenta esclusivamente un’emozione da assaporare con gusto e per sempre: gli effetti del titolo, come nelle Borse, si avvertono plasticamente e diventare campione di Italia aziona un moltiplicatore, ingrandisce i valori. Per la sola voce legata al piazzamento in classifica, il tricolore offre più o meno venti milioni invece dei circa diciassette del secondo posto o dei quasi quindici del terzo, portando così il totale dei ricavi della Serie A a circa 64,2 milioni di euro. Che certo resteranno lì nella sbornia di quella felicità immaginabile. Perché lo scudetto è una ricchezza per l’anima.


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