Il segreto di Pulcinella

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Ivan Zazzaroni
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Il segreto di Pulcinella è che il Napoli senza Osimhen perde il gol (25 in stagione), la profondità, tanta potenza, la presenza nell’area avversaria, l’arroganza, non l’intraprendenza, e poi centimetri, chili e una parte di gioco. L’hanno confermato in particolare i venti minuti iniziali, nei quali la squadra di Spalletti ha dato il meglio di sé. Di un se stesso privato tuttavia di quel quid che l’ha resa inavvicinabile in campionato, dove viaggia alla media di 2,2 reti a partita. Il quid Osimhen, appunto. Spalletti ha così tentato la carta del falso nove - Elmas - sostenuto dall’avanzamento di Zielinski che, soprattutto in fase di non possesso, lo affiancava per ridurre le linee di passaggio del Milan ed esercitare la prima pressione. Soltanto nel quarto finale ha messo dentro Raspadori, non ancora in condizione, in ritardo su tutto.

Maignan, l'Osimhen di Pioli

Pioli un Osimhen in campo invece ce l’aveva, ce l’ha, ed è Maignan, al momento il miglior portiere del mondo: in almeno tre occasioni ha frenato ambizioni e speranze del Napoli; Napoli che ha giocato di più, creato di più, soprattutto grazie alle iniziative di Kvara: Elmas ha vissuto di continui disorientamenti, Lozano ha cercato con insistenza il centro del campo favorendo i recuperi di Krunic e Bennacer, Zielinski è andato a strappi. Il Napoli avrebbe meritato il pareggio, non l’ha detto Ambrosini in chiusura di telecronaca e allora lo dico io; l’arbitro Kovacs, inoltre, è stato addirittura disturbante, passando dalla tolleranza su falli evidentissimi che avrebbero meritato il giallo a una produzione ingiustificata di ammonizioni. Al Maradona Spalletti riavrà Osimhen, ma dovrà rinunciare ad Anguissa, perfetto per un’ora a San Siro al pari di Lobotka, e Kim: migliorerà in attacco, peggiorerà dietro, dal momento che il sudcoreano è insostituibile. Sarà importante, per il tecnico del Napoli, ritrovare il miglior Di Lorenzo, probabilmente il più affaticato della compagnia avendole giocate tutte. Del Milan, oltre a Maignan, mi sono piaciuti Brahim Diaz, Theo e Tomori, Leao si è acceso a intermittenza anche se ogni volta che il pallone arriva dalle sue parti la pressione degli avversari sale in forma preoccupante.


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