PsicoRoma: bella e instabile, così si fa male

Contro il Bayer un altro esempio di gestione sbagliata del risultato
Roberto Maida
2 min

ROMA - C’è un male di beatitudine, un senso di felicità irraggiungibile a turbare la Roma psicotica di questo inizio di stagione. Basta un episodio per far scattare il clic, l’interruttore che spegne i contatti. E da quel momento in poi qualunque osservatore sa: teniamo gli occhi fissi sul campo, perché può succedere di tutto. Figurarsi se non lo hanno intuito gli avversari.

SOMIGLIANZE - Sembra la Roma di Zeman, in apparenza. Solo superficialmente però. Con Rudi Garcia la situazione è molto migliore, non solo per il secondo posto in Serie A e per i pareggi contro Barcellona e Bayer Leverkusen in Champions League ma anche per il numero di gol incassati: considerando solo il campionato la Roma ha preso 10 gol in 8 partite, contro i 16 che aveva concesso tre anni fa; se invece ragioniamo sul numero complessivo, senza nemmeno passare per l’Europa, Zeman aveva offerto 23 gol agli avversari nelle prime 11, mentre Garcia è arrivato “solo” a 18. No, il problema è nei limiti di tenuta della squadra, bella e rampante per due terzi dell’opera quanto fragile e masochista nelle situazioni che spostano il bene dal male. Dev’essere per questo che la società sta ancora pensando all’inserimento di una figura professionale nuova, uno psicologo, che potrebbe rafforzare l’autostima dell’allenatore e dei giocatori.

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