Baldissoni: «Roma imbarazzante a Barcellona. Garcia? Il giudizio non cambia»

Il direttore generale giallorosso torna sulla serataccia del Camp Nou: «Chiediamo scusa ai tifosi, solo loro hanno tenuto alta la nostra bandiera in Spagna. Non si può cambiare idea sul tecnico ogni domenica»
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ROMA - Tre giorni dopo, la batosta di Barcellona è una ferita che ancora brucia a Trigoria. Il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, non cerca alibi per giustificare quella che non è stata una semplice sconfitta, ma un'autentica umiliazione per il modo in cui è maturata: «La partita di Barcellona è stata imbarazzante, siamo dispiaciuti e chiedo scusa ai tifosi della Roma, soprattutto quelli che erano presenti allo stadio. Garcia? Il giudizio non cambia per una partita». In un'intervista a Roma Radio, emittente radiofonica ufficiale del club, Baldissoni ha analizzato la serataccia del Camp Nou: «Condivido la tristezza e la rabbia. Depressione spero di no. Chi si deprime perde le energie che servono per reagire. Siamo molto dispiaciuti. Abbiamo provato imbarazzo a Barcellona. Quella partita può essere definita solo imbarazzante. Chiediamo scusa ai tifosi della Roma e soprattutto a quelli che hanno viaggiato fino lì. Al Camp Nou la bandiera della Roma è stata tenuta alta dai tifosi. Alla squadra ciò non è riuscito e di questo chiediamo scusa. Sono momenti di crescita. Questa squadra a volte ha cadute inattese da parte nostra, evidentemente il processo di maturazione che ci aspettiamo non è terminato. Non dobbiamo dimenticare quella giornata. Dobbiamo ricordarla per crescere ma poi superarla».

OBIETTIVI IMPORTANTI - Il dirigente romanista cerca comunque di voltare pagina: «Siamo una squadra che ha obiettivi importanti e la possibilità di raggiungerli contando solo sulle proprie forze. Raggiungere questi obiettivi sarebbe un ulteriore progresso e un miglioramento rispetto agli anni precedenti. Non dimentichiamo che questo è un processo di crescita. La Roma ha avviato un programma di miglioramento comprovato dai fatti per l’organizzazione societaria, la sanità economico-finanziaria e la capacità tecnica sul campo. Questo dicono i risultati degli ultimi due anni. Se dovessimo passare il turno in Champions League, come crediamo sia possibile, e continuare a lottare per vincere in Italia, vorrebbe dire aver ancora migliorato il risultato tecnico. Ci tengo a dire che qui non c’è apocalisse, non c’è disperazione, non c’è ultima spiaggia. Ci sono la necessità e la voglia di dimenticare una brutta figura che ci fa male, che fa male alla squadra e per la quale possiamo solo chiedere scusa. Poi andiamo in campo per continuare a lavorare per raggiungere i nostri obiettivi. Siamo già ripartiti, non ci siamo mai fermati. Facciamo le verifiche al nostro interno, come ogni settimana, per migliorare. Forse stavolta c’erano argomenti in più da trattare, ma non c’è alcun motivo per deprimerci. Siamo più arrabbiati e più consapevoli di prima».

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GARCIA AL SICURO - Baldissoni rinnova la fiducia della società a Rudi Garcia: «È assurdo dover ripetere ogni settimana che l’allenatore non è in discussione. Allenatore e giocatori sono valutati per i risultati, ma non domenica dopo domenica. A ogni partita non possono cambiare giudizi e decisioni definitive su allenatori e giocatori. Non sarebbe serio. Alla lunga ognuno sarà responsabile dei risultati che porterà. C’è la stessa voglia di far bene di prima e che abbiamo dimostrato in questi anni».

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PALLOTTA - Un ultimo commento sullo sfogo che il presidente James Pallotta avrebbe avuto a fine partita con i dirigenti: «Quando leggo virgolettati attribuiti a una persona con cui non si è parlato e che non si è sentita parlare resto perplesso - conclude Baldissoni -. Il presidente quando vuole parlare parla e lo fa con grande chiarezza. Le altre cose sono ricostruzioni non attendibili».


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